Smart Road Tech Dall’intelligenza geospaziale all'Internet of Things, le tecnologie che cambieranno la mobilità Paolo Odinzoff 09 January 2024 Mobility Come cambierà la mobilità nelle metropoli più affollate? Rispondere alla domanda, considerando che entro il 2050 circa 50 città nel mondo conteranno secondo le previsioni degli esperti più di 10 milioni di abitanti, non è facile. Si possono però definire e inquadrare con certezza quali sono le tecnologie e le soluzioni che aiuteranno nel prossimo futuro a gestire nel migliore dei modi gli spostamenti nei contesi urbani, riducendo inquinamento ed emissioni di CO2. Rappresentare un luogo con la massima accuratezza L’utilizzo dell’intelligenza geospaziale giocherà un ruolo primario nel settore. Permette la raccolta, l’analisi e l’interpretazione dei dati geospaziali, per poi combinarli con vari altri tipi di informazioni (immagini, intelligenza umana e dei segnali) in modo da rappresentare un luogo con la massima accuratezza. Può essere utilizzata per identificare modelli, valutare tendenze emergenti e individuare i potenziali rischi e benefici di ogni singola scelta, fornendo precisi dettagli sull’ambiente e sul conseguente impatto che può avere ad esempio in una determinata zona una stazione per la ricarica di veicoli elettrici o per la fornitura di idrogeno, oppure una nuova linea della metropolitana. Raggiungere la meta desiderata nel più breve tempo possibile Anche l’intelligenza artificiale, il 5G e l’internet Things (IoT), saranno fondamentali. Il loro utilizzo è alla base di numerosi progetti allo studio in molte città nei paesi tecnologicamente più avanzati, come New York, Tokyo, Hong Kong, Singapore e Londra, che puntano per snellire il traffico anzitutto su un ampliamento della mobilità integrata. Ovvero quell’insieme di soluzioni che consentono di raggiungere la meta desiderata nel più breve tempo possibile utilizzando non solo i mezzi propri, ma anche il trasporto pubblico e i veicoli in sharing, compresi monopattini, biciclette e scooter elettrici per percorrere il cosiddetto “last mile” o “ultimo miglio”. L’esempio di New York Le stesse tecnologie appena citate stanno inoltre dimostrandosi cruciali per consentire il funzionamento di alcuni sistemi già in uso: come quello Midtown in Motion che il Dipartimento dei Trasporti (DOT) di New York ha realizzato e messo in funzione per eliminare le congestioni sulle strade più affollate. Incorpora sensori a microonde, telecamere e lettori di tag e raccoglie informazioni sui flussi di veicoli che vengono poi trasmesse via etere al Centro di Gestione del Traffico (TMC) per regolare nel modo migliore la circolazione, riducendo i tempi di inattività dei veicoli e contribuendo a mantenere pulita l’aria, facendo anche risparmiare in media ai pendolari quasi 15 minuti al giorno nei loro spostamenti. La guida autonoma Infine la guida autonoma. Pur se ancora sembra lontano il tempo in cui le automobili verranno a prenderci sotto casa da sole per poi portarci dove vogliamo guidando loro e soltanto loro, i veicoli senza pilota sono già in stato di avanzato sviluppo e pronti a proiettarci in una nuova era della mobilità. Le tecnologie ci sono e in molte parti del mondo sono tantissime le sperimentazioni per far crescere il settore. Basti pensare a Singapore dove il governo sta conducendo da tempo prove di navette a guida autonoma al fine di valutarne la fattibilità in termini di longevità e sicurezza. Per farlo è stato sviluppato nella città un apposito circuito speciale di ricerca e test CETRAN che si estende su 1,8 ettari e raccoglie dati come il comportamento del traffico, l’aderenza alle regole e l’ottimizzazione del design stradale di questi mezzi. A Detroit una metropoli in miniatura per le auto senza pilota Anche a Londra, per fare un altro esempio, il governo del Regno Unito ha ben presente il potenziale della mobilità autonoma. L’iniziativa Smart Mobility Living Lab (SMLL), in cui strade pubbliche e private vengono utilizzate per sviluppare e convalidare nuove tecnologie di mobilità e trasporto in un ambiente connesso del mondo reale, mira a farle diventare presto una realtà sulle strade fornendo strutture per testarne l’impiego in situazioni reali o simulate attraverso software. Mentre in America, nella periferia di Detroit, è stata creata M City (Michigan City). Ovvero una metropoli in miniatura estesa su una superficie di circa 13 ettari, con tanto di edifici, incroci, strade, ponti, tunnel, un’autostrada di accesso a quattro corsie e perfino pedoni robot, dove possono circolare senza timore di incidenti le vetture prive di conducente in fase di test. Paolo Odinzov