Identità digitale, ID wallet, App IO, una svolta?

Identità digitale, ID wallet, App IO, una svolta?

Sempre più spesso si parla di identità digitale, forse è arrivato il momento di avere un Digital Wallet europeo. Sicuramente un passo in avanti è stato compiuto, la risposta nell’app IO.

Il comunicato dell’otto novembre 2023: eIDAS-2

Tutti i cittadini dell’Unione Europea potranno dotarsi di un portafoglio contenente la propria identità digitale: questo potrebbe essere l’ideale sunto del comunicato dell’UE.

Ovviamente oltre a conservare in maniera sicura la propria identità, il Wallet  (EU Digital Identity Wallet – EUDI)consentirà a tutte le interazioni del caso, sostituendo i supporti di carattere cartaceo o plastificato.

Si spazia, quindi, dall’aprire conti correnti, a consultare i propri profili sanitari, dall’interagire con la pubblica amministrazione, in tutte le sue vesti, a poter effettuare i pagamenti.

Tutto ciò sarà possibile sulla base di interazione dedicate con altre App, chiaramente preesistenti. Infine, detenere, quindi conservare, documentazione di proprio interesse.

Si capirà l’importanza della gestione di questi dati personali, va da sé che il Wallet dovrà rispettare le esigenze dell’utente, appunto circa la scelta di condivisione delle proprie informazioni.

Interessante sarà la fase operativa. Nel concreto, subito dopo questa positiva dichiarazione d’intenti, si attende la messa a terra dell’importante progettualità. Il come i cittadini potranno integrare il proprio Wallet con strumenti di identità digitale che, nel frattempo, sono state approntate dalle singole realtà nazionali.

Anche l’utilizzo di una firma elettronica gratuita e non professionale per tutti i cittadini, ha, inevitabilmente, un impatto rilevante.

I tempi sono sicuramente cambiati, anni fa era stata lodevole, ma purtroppo caduta nell’oblio,  la scelta, dell’esecutivo italiano, di fornire una casella pec a chi la richiedesse: era il tempo del dominio postacertificata.gov.it. La diffidenza della cittadinanza era alta (si pensi alla facile rintracciabilità per le contravvenzioni).

Quella diffidenza è venuta meno, nel corso del tempo, grazie al combinato prodotto dalla pandemia: accesso ai bonus e progressività dei servizi online, tramite applicazioni, date le quarantene e i periodici limiti alla circolazione. Oggi vengono scambiate quasi 7 mln di pec al giorno, secondo statistiche AGID, intanto da gennaio 2024 le pec dovranno lasciare spazio a rem (la pec europea).

Identità digitale Wallet

Contesto

La dichiarazione in parola si riferisce all’esito, positivo, di un accordo in Commissione e Parlamento, circa il raggiungimento del quadro giuridico di riferimento. Si prosegue lungo una tabella marcia  che incede sul rilascio di proof of concept, e, a seguire, entro il 30 giugno 2024, il rilascio dell’applicazione

Sullo sfondo: il programma del Decennio digitale 2030 UE. Secondo gli obiettivi del “Decennio digitale”, entro il 2030 tutti i principali servizi pubblici dovrebbero essere disponibili online. Tutti i cittadini dovrebbero avere accesso a un’eID sicura che migliora la privacy.

Intanto, si leggono commenti assolutamente entusiastici da parte dei vertici EU.

Tra questi, Thierry Breton, Commissario per il Mercato Interno: “L’accordo odierno (8 nov. ndr) rappresenta un passo importante verso l’obiettivo 2030 dell’UE di offrire a tutti i cittadini europei la possibilità di utilizzare un’identità digitale sicura e rispettosa della privacy. Il wallet per l’identità  digitale dell’UE offrirà ai suoi cittadini il controllo sui propri dati e ne migliorerà la sicurezza quando utilizzeranno i servizi online. Rafforzerà la sovranità tecnologica dell’Europa e ci aiuterà ad affrontare le sfide attuali e future della digitalizzazione“.

Il contesto nazionale

Alcuni cenni appaiono necessari. Fermo restando che il PNRR e le conseguenti riforme attuate, rendono realmente “liquida” la realtà in essere.

Sicuramente, dal punto di vista del cittadino, un considerevole passo in avanti è stata l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR).

Questa è gestita dai singoli Comuni e dal Ministero dell’Interno, con il supporto tecnico di SOGEI. Gli enti locali condividono i “propri” archivi a livello telematico. Questo significa che oltre 67 mln di cittadini italiani possono richiedere certificati e servizi anagrafici on–line indipendentemente dalla loro “residenza fisica”. Interessante è la circolare 115/2022 del Ministero dell’Interno, con la quale si è provveduto a richiamare l’attenzione sulla privacy by design della progettualità dei siti web dei Comuni. Infatti, era possibile accedere ai dati di taluno dopo aver compiuto login con il proprio  SPID.

La certificazione ottenibile tramite ANPR, anche cumulativa per 14 tipologie di documenti. I certificati interessano le generalità, lo stato civile, la cittadinanza, i dati della carta identità, stato di famiglia/ convivenza, matrimonio. Le attestazioni possono essere richieste dall’utente attraverso lo SPID (identità digitale), ovvero la carta nazionale dei servizi (CNS) carta identità elettronica. Tutto ciò direttamente dal portale ministeriale, anche per i cittadini iscritti in AIRE.

Una semplificazione reale della particolare tipologia del servizio, sfruttando anche la capillarità degli uffici postale (sportello amico), stante la riorganizzazione dei medesimi uffici sulla base del “Progetto Polis – Case dei servizi di cittadinanza digitale“.

Corsa in avanti dell’Italia: Butti in audizione

Ulteriore esemplificazione potrebbe essere il ricondurre il wallet pubblico con la sola App IO.

E’ stato già ultimato il prototipo concettuale per valutare, in fase pre-decisionale, le potenzialità di sviluppo, attraverso la cooperazione tra Dipartimento per la Trasformazione digitale, PagoPa e l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato“. Ha ricordato Butti, “sono anche coinvolte le amministrazioni che stanno fornendo i dati per le prime attestazioni elettroniche che saranno disponibili nel wallet, cioè la patente di guida, la tessera sanitaria e la carta europea della disabilità“.

Silvestro Marascio