Fontana di Trevi: c'è l'accordo per l’utilizzo delle monetine

Fontana di Trevi: c’è l’accordo per l’utilizzo delle monetine

La giunta capitolina ha approvato il rinnovo, per tre anni, del Protocollo di intesa tra Roma Capitale e il Vicariato di Roma per l’utilizzo delle monete raccolte nella Fontana di Trevi

La Fontana di Trevi è uno monumenti più iconici della “Città Eterna” che ogni anno richiama milioni di turisti che accorrono ad ammirare la sua maestosità ma anche a compiere il classico gesto propiziatorio del lancio della monetina. Sul fondo della vasca sono presenti molti spiccioli di euro, monete sudamericane, dollari, yen, yuan e, almeno prima della guerra, anche diversi rubli. Ma che fine fanno tutte queste monetine? Una volta risucchiate dai tecnici specializzati di Acea, passano a Roma Capitale, che ne detiene la proprietà, e vengono destinate da sempre ad attività benefiche a favore dei cittadini. Secondo quanto riferito dalla Caritas, prima della pandemia la raccolta, che avveniva ogni due giorni, ammontava a 250mila euro al mese. Oggi, con i flussi di turismo che sono tornati regolari, i numeri, dopo lo stop dovuto al Covid-19, dovrebbero essere tornati a salire.

Attività benefiche

Notizia recente è la stipula del protocollo di intesa con il Vicariato di Roma per l’utilizzo di queste monetine. In merito alla questione Barbara Funari, Assessora alle Politiche Sociali e alla Salute, ha dichiarato: Con questo protocollo di intesa, stipulato con il Vicariato di Roma viene decisa la destinazione, la raccolta e le modalità d’uso delle monete che si trovano nella vasca della Fontana di Trevi per tre anni consecutivi. Il ricavato sarà utilizzato dalla Caritas per opere di natura socioassistenziali per l’accoglienza, l’inclusione e la salute delle fasce più svantaggiate e fragili della popolazione. Chi deciderà di lanciare una moneta nella fontana di Trevi, oltre ad augurarsi che il proprio desiderio si avveri, avrà anche la certezza di sostenere un progetto sociale”.

Le radici del gesto propiziatorio

La Fontana di Trevi, oltre a essere tappa obbligata da chi viene a visitare Roma, con tanto di immancabile selfie, è stata protagonista di famosi film, tra cui La dolce vita di Federico Fellini. Secondo la tradizione, se si getta una moneta dando la schiena alla vasca e poi ci si gira velocemente per incontrare con lo sguardo l’attimo in cui la moneta entra in acqua, si farà ritorno a Roma. Ma da dove nasce questa usanza? Essendo a metà tra storia e tradizione, non è semplicissimo ricostruirne le origini. Secondo la tesi più accreditata, a iniziare la tradizione è stato Wolfgang Helbig, archeologo tedesco dell’Ottocento, di stanza a Roma insieme a molti suoi connazionali. Per lenire il dispiacere del ritorno in patria, l’archeologo si inventò il rito della monetina; una sorta di incantesimo in grado di rassicurare i suoi compagni di studi sul garantito ritorno nella Città Eterna. Tuttavia, stando a quanto sostenuto da alcuni storici, l’origine di questo rito propiziatorio risale ai tempi degli antichi romani, che usavano lanciare monete in corsi d’acqua per procurarsi la benevolenza delle divinità acquatiche.

Emiliano Ragoni