Progetto Climaborough: città Ue net zero, c'è anche Torino

Progetto Climaborough: città Ue net zero, c’è anche Torino

Notizie correlate

Il cambiamento climatico esige una nuova pianificazione urbana: gli edifici, le strade e i servizi pubblici dovranno essere ripensati per ridurre le emissioni inquinanti fino al loro azzeramento.

Il progetto Climaborough, co-finanziato dall’Unione europea e da Cinea (l’Agenzia esecutiva europea per il clima, l’infrastruttura e l’ambiente) e coordinato da Anci Toscana, apre le porte proprio all’innovazione in questo settore, con una dotazione complessiva di 11 milioni di euro in 4 anni, che saranno a disposizione di 100 città europee per i loro acquisti di soluzioni innovative. Il progetto, che conta su 27 partner tra cui Torino Urban Lab, rientra nella missione “100 Climate Neutral and Smart Cities” e ha l’obiettivo di avvicinare tra loro le fasi di progettazione, prototipazione, test, commercializzazione e implementazione delle innovazioni urbane, soprattutto per le soluzioni in di adattamento e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico.

Il progetto Climaborough

“Climaborough vuole superare i metodi tradizionali di pianificazione delle città, valorizzando i dati e gli appalti pubblici innovativi, dei veri bandi di innovation partnership per selezionare le soluzioni per le città”, afferma il co-responsabile del progetto, Matteo Satta. “In questa prima fase saranno coinvolte 14 città dove saranno implementate le soluzioni. Il primo bando si è svolto a ottobre e finanzierà fino a 16 progetti pilota con un budget complessivo di 2,4 milioni di euro”.

All’interno dello stanziamento previsto, 3 milioni di euro saranno dedicati ai bandi per l’acquisto da parte delle smart city di soluzioni non ancora commercializzate, quindi del tutto innovative e possibilmente in grado di aprire nuovi mercati. “Ci aspettiamo tante proposte da pmi, startup e centri di ricerca. L’idea è di stimolare l’innovazione a tutto campo, dalla ricerca al mercato”.

Torino tra le città pilota

Le città sono divise in due gruppi: nel primo verranno implementati servizi integrati di energia e mobilità, nel secondo soluzioni per il recupero dei rifiuti e l’economia circolare. Ognuno avrà un organismo che agisce da City Angel, dando supporto operativo; inoltre, alcune città più digitalizzate faranno da leader, mentre le altre saranno follower, ovvero faranno leva sull’esperienza delle smart city più avanzate.

Al momento, nel primo gruppo Torino Urban Lab agisce da City Angel, le città leader sono Differdange, Grenoble-Alpes, Atene e Sofia, e le follower sono Prijedor e Pilsen.

Nel secondo gruppo Energy cities è il City Angel, mentre le città leader sono Torino, Maribor, Cascais e Ioannina e le follower Katowice e Krk.

Ogni città ha definito la sua specifica sfida da affrontare per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030. Per esempio, Atene lavorerà sugli edifici efficienti, Grenoble-Alpes per creare un modello di cantiere green, Differdange per produrre il 100% della sua elettricità da fonti sostenibili localmente e Sofia per ridurre il traffico, mentre Maribor, Torino e Cascais puntano a migliorare la raccolta e il recupero dei tessuti, dei materiali elettrici ed elettronici e dei rifiuti organici, e Ioannina sullo smaltimento delle acque reflue.

Tecnologie ma anche strategie

Secondo Satta, le amministrazioni cittadine vanno accompagnate non solo con le tecnologie ma con progetti che includono il cambiamento organizzativo e culturale.

“Le amministrazioni non sempre sono pronte ad affrontare il cambiamento climatico, perché è un’emergenza nuova. Un primo passo sarebbe integrare i diversi dipartimenti, perché gli obiettivi di decarbonizzazione sono trasversali. Inoltre, le amministrazioni dovrebbero cercare di fare da collante tra la tecnologia e le persone: le soluzioni per contrastare il cambiamento climatico e rendere le città più vivibili ci sono, ma spesso vengono percepite come imposte dall’alto e non condivise. Per arrivare all’obiettivo net zero occorre cambiare i comportamenti”, afferma Satta.

È importante che tutte le parti interessate siano coinvolte e “Climaborough cerca di stimolare esattamente la partecipazione di tutti coloro che vivono e lavorano in una città”, sottolinea Satta.

Nel progetto le città sono state selezionate anche per la loro diversità climatica, economica e sociale, in modo da testare le innovazioni in contesti dissimili. In ognuna saranno attuate due soluzioni differenti, per mettere idee e progetti diversi a confronto.

Il trasferimento di conoscenze

Le implementazioni sono previste nel 2024 e le valutazioni nel 2025. I servizi che si sono dimostrati capaci di rendere le città smart e green verranno proposti ad altre città, dove i progetti potranno essere replicati e riadattati. Nel frattempo un team di ricerca svilupperà una piattaforma con i dati e, dal 2025, anche indicatori e parametri per misurare gli impatti delle soluzioni per città net zero e condividere le esperienze in tutta l’Ue allargata.

“L’elemento fondamentale di Climaborough è il passaggio di conoscenza dalle città”, conclude Satta.

Patrizia Licata