Economia circolare e transizione ecologica: Circonomia 2023

Economia circolare e transizione ecologica: Circonomia 2023

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Il 14 settembre 2023 è stato presentato, a Roma, il Rapporto Circonomia 2023. Il Festival dell’economia circolare e della transizione ecologica è promosso dalla collaborazione tra Legambiente, Kyoto Club, Fondazione Symbola.

 

Dal 2016 Circonomia unisce il mondo dell’impresa a quello dell’ambiente con incontri, dibattiti, laboratori che  puntano ad analizzare come l’ambiente possa fungere da elemento per un ideale chiave di sviluppo economica. Quello del 2023 è il quarto Rapporto che viene rappresentato.

 

I confronti con il 2022

L’Italia, rispetto al precedente rapporto (il terzo), non detiene più il primato sulla circolarità e sull’efficienza d’uso delle risorse. Il ranking, di livello europeo, si compone di 17 indicatori. Gli stessi misurano l’impatto diretto delle attività economiche su ambiente e clima, efficienza d’uso delle risorse e capacità di risposta ai problemi ambientali.

Sempre facendo un confronto con il rapporto 2022, in tema di economia circolare e transizione ecologica, perdono posizioni anche la Francia, il Belgio, l’Ungheria. Miglioramenti, invece, si registrano per l’Olanda, Portogallo e Svezia. L’Italia continua a tenere testa ai principali Paesi europei, significando la Germania, la Francia e la Spagna, seppur con vantaggi risibili, purtroppo anche a carico della sua transizione ecologica.

 

economia circolare transizione

Elementi critici si registrano a carico dell’eolico e del fotovoltaico. La produzione eolica si è contratta del 1%, nel 2022 rispetto al 2021, a fronte della crescita avutasi in Germania (10%), Olanda e Danimarca (>18%). Si dice anche del fotovoltaico. In Italia il settore è cresciuto del 10%. In Germania l’incremento è del 26%, di oltre il 25% in Spagna e Francia e, addirittura, del 54% in Olanda.

Certamente la cultura verso il settore eolico/fotovoltaico è storicamente “più avvertita” in Olanda. Si comprenderà come il tema investa la naturale sussistenza di quel paese e non solo la transizione ecologica a supporto di una economia circolare. Si tratta di un paese che ha 1/5 del suo territorio al di sotto del livello del mare, quindi con terre (i polder) “difese” da dighe (Afsluitdijk) e canali.

Interessante per il tema dell’economia circolare e transazione ecologica è l’opportunità che può essere data dall’eolico off-shore. Meno impattante sul panorama ma sicuramente più costoso, in funzione delle condizioni necessarie per l’installazione delle varie strutture. Si pensi a Dogger Bank (UK), il più importante progetto sul tema. L’italiana Saipemnel maggio 2023 — ha avviato una prima campagna per lo sviluppo del sito, con l’installazione di elementi ingegneristici necessari per il funzionamento di quella piattaforma.

Il Rapporto, anche in funzione del calo delle immatricolazioni utili (4%, contro il 12% della media Ue) per la  mobilità elettrica, indica nella scarsa capacità di innovazione tecnologica del paese, una delle ragioni del rallentamento italiano della transizione ecologica. Infatti, si legge: “L’Italia spende in ricerca e sviluppo (2021) l’1,48% del Pil, contro il 2,26% della media Ue e il 3,13% della Germania, mentre nel 2020 (dato più aggiornato disponibile) la brevettualità dell’Italia è stata pari al 21% di quella della Finlandia, al 26% di quella della Germania, al 49% di quella della Francia“.

 

 

Punti di forza

L’Italia è al primo posto nel riciclo dei rifiuti urbani e speciali prodotti. Indicatore, questo appena evidenziato, dove, nel rapporto si legge “nel quale doppiamo la media dell’Unione europea – oltre l’80% contro meno del 40% – e sopravanziamo di più lunghezze i più grandi Paesi europei. Questo primato italiano non si distribuisce in modo omogeneo tra le macroregioni: vede il Nord sensibilmente più avanti del resto del Paese, e “assorbe” quanto meno nei numeri la condizione critica di grandi città – a cominciare da Roma – e di interi territori soprattutto nel Sud dove la gestione dei rifiuti urbani è in uno stato di profonda e cronica inefficienza.”

Altra evidenza d’interesse. “Grazie al forte utilizzo di materie prime seconde, l’industria manifatturiera italiana nel 2021 ha conseguito un risparmio energetico di circa 770 mila TJ (o 18,4 milioni di Tep), equivalente all’11,8% del totale dell’energia disponibile lorda, e ha evitato emissioni climalteranti per 61,9 milioni di tonnellate di CO2eq, pari al 15,9% delle emissioni lorde italiane“. Interessante l’approccio tecnologico applicato, anche mediante app dedicate e con l’interesse diretto dei Comuni italiani. L’argomento è stato recentemente ripreso dal Ministro Gilberto Pichetto Fratin, al Vertice di Alto Livello di Parigi, con uno sguardo alle materie prime critiche.

 

Stress idrico

Il cambiamento climatico influenza l’indicatore che misura la percentuale di acqua prelevata rispetto a quella disponibile. Il valore considera anche la maggiore ricorrenza di precipitazioni eccezionali (almeno 2000 casi nel 2022). Gli elementi appena posti in rilievo sono plasticamente riportati alla mente dal contrapporsi della siccità e dell’alluvione. Si pensi alla pianura padana del 2022 e all’alluvione in Romagna, nel maggio 2023.

 

Silvestro Marascio