Tech Smart Road Biglietti elettronici per migliorare il TPL Giulio Ellese 31 July 2023 App Citizen Digitalizzazione C’era una volta il biglietto cartaceo… il quale dimostrava di poter (legittimamente) utilizzare il tram/treno/bus per quella determinata corsa, o per il periodo di tempo che decorreva dalla data e dall’orario impresso dalla timbratrice Ticket ieri e oggi Oggi quel “pezzo di carta” è diventato quasi un cimelio da collezione, in quanto sempre più città stanno trasformando anche i biglietti di “corsa singola” in una versione che si interfaccia in modo elettronico, o direttamente digitale. Quali possibilità con il biglietto elettronico? Per le Smart City, l’utilizzo di un biglietto “elettronico” rappresenta una grande possibilità di raccolta dati sull’affluenza e il traffico dei passeggeri che ogni giorno salgono sulle vetture che compongono l’ecosistema del Trasporto Pubblico Locale. La “timbratice elettronica” non si limita a convalidare il biglietto/tessera abbonamento/smartphone/carta di credito, ma raccoglie e trasmette al sistema informativo dell’azienda di trasporto anche i dati inerenti l’affluenza sul mezzo. Di conseguenza, l’azienda è in grado di sapere – grazie ai dati trasmessi dalle timbratrici/tornelli – quando gli utenti effettuano la convalida, a quale ora, su quale linea, e su quale vettura. In termini di dati, il biglietto elettronico rappresenta per la Smart City una grande possibilità di raccolta e analisi, su cui intraprendere le future azioni di sviluppo dei sistemi di Trasporto Pubblico Locale, estraendo proprio quelle informazioni sugli orari di affluenza e di carico delle varie linee per creare modelli e simulazioni per le future linee. Con il “biglietto elettronico”, inoltre, è altrettanto possibile l’interconnessione con una o più linee di T.P.L., magari appartenenti ad un altro gestore, come nel caso della Regione Piemonte. L’esperienza di “Bip” Bip è una “smart card” che può essere ricaricata, e necessita di essere avvicinata alla timbratrice elettronica quel tanto che basta per essere rilevata. La sua validità coinvolge 13 aziende di Trasporto Pubblico Locale, più i Servizi Ferroviari Metropolitani, all’interno delle quali esistono delle partnership con Trenitalia per le linee di Servizio Ferroviario Metropolitano. Sulla tessera sono presenti dei dati personali (nome, cognome, data di nascita e foto della persona a cui la tessera è intestata), ed possibile caricare sia corse singole che carnet, nonché gli abbonamenti, a seconda del tipo di fascia urbana, sub-urbana, extra-urbana, e con riferimento alle diverse aziende di trasporto. L’acquisto di un titolo di viaggio può essere fatto sia presso le rivendite autorizzate, i distributori automatici, o tramite il sito e-commerce della singola azienda di trasporto. Alcune aziende hanno inoltre reso possibile optare per un “borsellino elettronico” al posto dell’acquisto di carnet o singoli biglietti, traducendosi nella possibilità di caricare un certo credito sulla tessera, e consumarlo alla bisogna. La tessera può inoltre essere utilizzata con altri fornitori di trasporto condiviso, che si siano convenzionati, quali ad esempio il bike sharing, Le tessere bip si differenziano inoltre per essere dedicate anche a persone portatrici di disabiltà, e al personale delle Forze Armate e delle Forze di Polizia. Esiste inoltre una versione dedicata agli utenti che possiedono un’età compresa tra i 15 e i 29 anni, denominata “Pyou Card”, la quale aggiunge al servizio di mobilità una serie di iniziative culturali, sportive e formative con gli enti convenzionati, e a sua volta essere caricata all’interno delle Tessere Universitarie della Regione. La tessera bip, a sua volta può inoltre essere dematerializzata sullo smartphone tramite le app delle singole aziende di trasporto pubblico che abbiano previsto tale possibilità. Il biglietto elettronico non è solo una “smart card” In questi anni le aziende di trasporto di tutta Italia – e non solo – hanno iniziato a sviluppare app sulle quali acquistare e caricare i propri titoli di viaggio, oltre che accettare ulteriori modalità di pagamento rispetto al biglietto acquistato a terra o a bordo. I mezzi pubblici di Milano e Bologna, la metropolitana di Torino, consentono di pagare il biglietto passando direttamente la carta di credito o di debito (se dotate di tecnologia contactless) sulla timbratrice. L’azienda ATC (La Spezia) accetta dal 2020 il pagamento del biglietto inviando un SMS a un numero dedicato, dal quale l’utente riceverà una risposta contenente gli estremi del biglietto elettronico. Dal medesimo anno, il vettore di trasporto extraurbano Bus Company (provincie di Alessandria, Asti, Cuneo e Torino) accetta il pagamento del biglietto di corsa semplice maggiorata tramite l’app di pagamenti elettronici Satispay. L’implementazione di tecnologie – più o meno sofisticate ed avanzate – ha quindi permesso di tracciare vie alternative al “biglietto” per come lo intendiamo comunemente. Esistono rischi in merito all’utilizzo del biglietto elettronico? Se da un lato è vero che il “biglietto elettronico” ha grandi potenzialità per fornire dati utili alla Smart City, dall’altro – rispetto al suo progenitore, del quale si poteva forse mappare un aumento o una riduzione delle vendite del singolo biglietto in un dato periodo di tempo, ma non dell’utilizzo effettivo – presenta più di un rischio, sia dal punto di vista della protezione dei dati personali, che dello sviluppo urbano ed extraurbano. Partendo dal primo punto di vista, è importante tener conto che i biglietti elettronici composti da una tessera “ricaricabile” possono appoggiarsi ad un’app o a un negozio online. Garantire la sicurezza dei servizi e dei database che contengono i dati personali (tra cui figurano anche i dati di pagamento) è a dir poco fondamentale, come è altrettanto vitale che la registrazione dei titoli acquistati, e la “lettura” funzionino correttamente, e che sia comunque possibile recuperare i dati dei biglietti qualora la smart card o l’app dovessero dare problemi. Sarebbe infatti paradossale ricevere una multa o non poter superare un tornello automatico perché abbiamo (legittimamente) acquistato un biglietto, che tuttavia non viene rilevato né all’interno dell’app, né nei sistemi che leggono le tessere a causa di un malfunzionamento delle infrastrutture informatiche. Così come creerebbe un forte disincentivo e sfiducia nelle transazioni elettroniche una piattaforma e-commerce o un’app che risultino facilmente “bucabili”, a causa della mancata adozione di adeguate misure di sicurezza, esponendo l’ignaro acquirente al furto dei propri dati di pagamento. Dal secondo punto di vista, quello sullo sviluppo, è invece possibile ragionare sul fatto che dall’insieme dei dati di convalida è possibile ricostruire l’insieme degli spostamenti di una persona. Unito ad ulteriori elementi, quali la cella telefonica, altre testimonianze, o le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza all’interno dei mezzi o in prossimità delle fermate, le Autorità potrebbero collocare un indiziato sulla scena di un crimine oppure depennarlo dalla lista degli indiziati. Un fatto che in una certa misura potremmo ritenere positivo, se per finalità di giustizia, ma da ritenersi pericoloso se a svolgere queste indagini fosse una qualsiasi altra entità. Le analisi sul traffico devono quindi svolgersi con una certa granularità, ma dove si trova l’ago della bilancia? In questo caso, i dati “aggregati” ci vengono in aiuto: invece di guardare ai singoli spostamenti delle singole persone, è possibile guardare ad un livello più “generale”, che grazie anche all’introduzione di altre tecniche di anonimizzazione possono aiutarci ad analizzare i dati, senza compromettere la riservatezza del singolo. Non è tutto oro quel che viene convalidato Nel pianificare le azioni di miglioria delle linee,tuttavia c’è da considerare che, sulla base dei dati ottenuti, potremmo non avere una visione completa del fenomeno. Ad esempio in una data zona della città della metropolitana non è usanza convalidare il biglietto, ed è anzi prassi fare i c.d. portoghesi, oppure in una certa fascia oraria i mezzi sono così saturi che è impossibile raggiungere le timbratici presenti a bordo). In entrambi i casi, la mancata “lettura” dei titoli di viaggio può essere interpretata come una “minore affluenza”, con il conseguente depotenziamento del servizio, in favore di altre linee più virtuose che rilevano analogo bisogno di incremento del servizio… a scapito della prima comunità di utenti. Un analogo scenario potrebbe verificarsi con i possessori di abbonamento, disincentivata a passare la tessera in quanto risulterebbe “regolare” in caso di controllo da parte del personale viaggiante, anche qualora non avesse convalidato al momento della salita a bordo del mezzo. Per scongiurare tale scenario, può essere fatto obbligo ai possessori di abbonamento di effettuare comunque la convalida, come prevede ad esempio il regolamento di servizio della tessera bip. A giudizio di chi scrive, il modo per garantire che gli utenti effettuino il passaggio della tessera (consentendo quindi la rilevazione dei dati) più efficace risulta essere quello di imporre il superamento di una barriera fisica per poter accedere al mezzo. Tenuto conto che esisterà sempre un c.d. portoghese che si accoderà ad un utente virtuoso per passare il tornello. L’alternativa IoT potrebbe essere rappresentata dall’implementazione di telecamere all’interno delle stazioni e delle vetture che siano capaci di rilevare il numero di persone che salgono e scendono dal mezzo, ma ciò comporterebbe una violazione dell’attuale normativa in materia di videosorveglianza, la quale – giustamente – impone un divieto di riconoscimento facciale all’interno di luoghi pubblici o aperti al pubblico, salvo che per le Forze di Polizia autorizzate dalla magistratura, al fine di prevenzione e repressione dei reati, e di ricerca dei latitanti condannati (D.L. 139/2021 c.d. Decreto Capienze). Tracciare tramite dati biometrici chi entra e chi esce dal vagone, ai fini di rilevazione statistica per migliorare i servizi di trasporto pubblico appare una misura ancora più sproporzionata dell’uso dei dati non aggregati, con conseguente violazione della privacy degli utenti. Le rilevazioni dei biglietti dovrebbero comunque essere convalidate da altre rilevazioni, quali i rapporti del personale viaggiante. Autisti e controllori sono, coloro che possono avere la migliore percezione delle capienze della vettura e delle fermate in cui vi è maggiore afflusso o deflusso di passeggeri. Inoltre, tener conto delle manifestazioni degli utenti (sia tramite i canali ufficiali di reclamo, che le interazioni sui social network gestiti dall’azienda di trasporto) può aiutare non di poco a far emergere quali siano i punti critici in cui focalizzare l’attenzione sul servizio e attuare azioni di miglioramento. Giulio Ellese