Tech Discipline STEM: il gender gap da colmare secondo il report del WEF Linda Capecci 17 July 2023 AI Secondo il Global Gender Gap Report 2023 pubblicato dal World Economic Forum, 146 paesi avrebbero colmato il 68,4% del divario di genere, un aumento di appena lo 0,3% rispetto al report 2022, dovuto all’assottigliamento del gap nel livello di istruzione (117 paesi su 146 nell’indice avrebbero colmato almeno il 95% del divario). La ricerca annuale mette a confronto lo stato attuale dell’uguaglianza di genere in diverse aree: partecipazione e opportunità economiche, livello di istruzione, salute e sopravvivenza ed emancipazione politica. “Accelerare i progressi verso la parità di genere non solo migliorerà i risultati per le donne e le ragazze, ma avvantaggerà le economie e le società in modo più ampio, rilanciando la crescita, stimolando l’innovazione e aumentando la resilienza”, ha affermato Saadia Zahidi, AD del World Economic Forum. Una visione d’insieme Stando ai risultati 2023 la parità sarebbe avanzata solamente del 4,1% rispetto alla prima edizione del report, nel 2006. Nessun paese avrebbe ancora raggiunto la piena uguaglianza di genere, ma i primi 10 classificati avrebbero colmato l’80% del gender gap. La medaglia d’oro è stata conquistata per il 14° anno consecutivo dall’Islanda, che si conferma per il momento l’unico stato ad aver colmato oltre il 90% del divario di genere, con un punteggio del 91,2%. A seguire il paese nordico tra gli esempi più virtuosi in classifica: Norvegia, Finlandia, Nuova Zelanda, Svezia, Germania, Nicaragua, Namibia, Lituania e Belgio; tutte queste economie avrebbero colmato almeno l’80% del gender gap. Nel dettaglio, per i 146 paesi inclusi nell’indice 2023, il divario di genere tra salute e sopravvivenza si sarebbe ridotto del 96%, quello del livello di istruzione del 95,2%, la partecipazione economica e il divario di opportunità del 60,1% e quello relativo all’emancipazione politica del 22,1%. Ma, stando al ritmo del progresso nel periodo 2006-2023, ci vorranno almeno 162 anni perché le donne raggiungano l’emancipazione politica, 169 per la piena partecipazione e opportunità economiche e 16 per un pari livello di istruzione. Mercato del lavoro Ma a livello globale, il gender gap nel mercato del lavoro rimane una delle sfide maggiori. Le donne continuano infatti a subire i tassi di disoccupazione più elevati, attorno al 4,5%, rispetto al 4,3% degli uomini. Quando le donne ottengono un impiego, inoltre, spesso si trovano ad affrontare condizioni di lavoro meno vantaggiose, senza dimenticare che sono sottorappresentate nei ruoli dirigenziali. Sebbene costituiscano il 41,9% della forza lavoro nel 2023, come evidenziato dal report WEF, la quota di donne in posizioni di leadership senior è al 32,2% nel 2023, quasi 10 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente. Discipline STEM Veniamo alla forza lavoro STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica): le donne in questo settore continuano ad essere significativamente sottorappresentate. Sebbene costituiscano infatti quasi la metà (49,3%) del totale tra le occupazioni non STEM, solo il 29,2% dei lavoratori Stem è donna. Mentre la percentuale di laureate in discipline STEM registra un aumento, i dati di LinkedIn mostrano che il calo più netto nella rappresentanza femminile (7 punti percentuali) si verifica tra la laurea e l’ingresso nella forza lavoro STEM, per poi diminuire ulteriormente quando si inizia a scalare la leadership femminile. Le donne rappresentano attualmente il 29,4% dei lavoratori STEM di livello base; mentre nelle posizioni di leadership come VP e C-suite, la rappresentanza femminile scende rispettivamente al 17,8% e al 12,4%. Questo è il risultato a livello globale, anche se il calo è molto più marcato in Paesi come Austria, Paesi Bassi, Francia e Brasile. Per quanto riguarda le occupazioni STEM, le donne sono sottorappresentate in tutti i campi, ad eccezione dei Servizi Sanitari e di Cura, dove rappresentano il 51,5% della forza lavoro. Nel ramo Tecnologia, informazioni e media, ad esempio, la quota di delle occupazioni femminili si attesta sul 23,4%, contro il 43,6% delle maschili. In altri settori, come quello immobiliare, le donne hanno solo il 35% di probabilità di lavorare in ambito STEM. Il campo dell’AI Per quanto riguarda il ramo dell’intelligenza artificiale (AI) in particolare, la disponibilità di talenti femminili nel complesso è aumentata tra il 2016 e il 2022 di 4 punti percentuali, e si attesta attualmente sul 30% del totale dei lavoratori del settore. Tuttavia, quando si tratta di divario di genere, la rappresentazione del talento femminile nell’IA è inferiore rispetto agli uomini nel panorama complessivo delle grandi industrie. La rappresentanza femminile si attesta al 28% nell’ambito dei servizi finanziari; 40% nell’Istruzione; 31% nei Servizi professionali; e 25% nel settore Tecnologia, Informazione e media. Inoltre, Servizi al consumatore (38%) e Governo e Settore pubblico (35%) sono industrie con una grande divario di genere in generale e nell’IA. Verso l’uguaglianza Il report WEF sostiene che i leader del settore privato e pubblico debbano intraprendere azioni collettive e coordinate. La ricerca sottolinea che “è necessario un cambiamento sistemico per rendere gli ambienti di lavoro più equi e paritari, e per aiutare le donne affinché le loro carriere siano a prova di futuro, per renderle più resistenti all’incertezza del mercato del lavoro per accelerare i progressi verso la parità di genere, innescando una crescita rinnovata”. “Non possiamo permetterci di perdere slancio sulla partecipazione economica e sulle opportunità delle donne”, ha affermato Saadia Zahidi, AD del World Economic Forum. Linda Capecci