Smart Road Nuovo Codice della Strada, il responsabile sicurezza Fiab: ha creato difficoltà ai ciclisti. Le richieste al Ministero Redazione 14 April 2025 Sicurezza Edoardo Galatola, responsabile sicurezza Fiab, ha criticato il nuovo Codice della Strada: penalizza i ciclisti e porta problemi alla sicurezza stradale Il nuovo Codice della strada ha modificato in positivo o in negativo le condizioni di ciclisti e pedoni? Edoardo Galatola, responsabile sicurezza Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta) ha fatto il punto sulla situazione dei ciclisti nelle città. La nuova riforma avrebbe, infatti, fermato l’applicazione di nuovi dispositivi introdotti nel 2020, mettendo in difficoltà le amministrazioni locali. La normativa ha limitato l’uso della bicicletta? Secondo Galatola, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, la ciclabilità è stata modificata in peggio Le corsie ciclabili sono state ristrette ai soli casi in cui non è possibile fare piste ciclabili, nei doppi sensi ciclabili è stato tolto l’obbligo per gli automobilisti di dare la precedenza alle bici, le case avanzate sono state ridotte alla parità di una marcia ciclabile già presente, sono state eliminate le corsie dedicate al Tpl. La strada urbana ciclabile recentemente introdotta non è più identificabile con la segnaletica orizzontale. Tante piccole cose che hanno creato difficoltà alle amministrazioni comunali che avevano già proceduto con l’applicazione dei nuovi dispositivi introdotti nel 2020, anche con risultati e successo dal punto di vista statistico, creando una situazione di non certezza alimentando la percezione che questi strumenti venivano non incentivati. Tanti interventi che hanno creato difficoltà e tolto elementi che stavano funzionando. Un altro esempio è dato dalla dicitura sui sorpassi delle auto alle biciclette: Il nuovo Codice della strada ha creato difficoltà e tolto degli elementi che stavano funzionando non a fronte di una valutazione. Un altro esempio specifico, una cosa che ritenevamo utile, l’introduzione del divieto di sorpasso a meno di un metro e mezzo al quale è stato aggiunta la dicitura ‘ove possibile’, facendo diventare la norma praticamente non applicabile. Codice della strada, i problemi dei ciclisti picture with camera made motion blur effect of bicycle riders on a city street Nuovo Codice della Strada, il responsabile sicurezza Fiab: ha creato difficoltà ai ciclisti. Le richieste al Ministero LEGGI ANCHE Alt stradale, inasprite le sanzioni per chi non si ferma C’è, poi, l’impressione che non si voglia ridurre la velocità effettiva. Vietata la rivelazione della velocità sotto i 50 km/h, un provvedimento che, secondo Galatola, frena l’applicazione delle Zone 30. Che, in città come Bologna, hanno dimostrato di aver dato i propri frutti: L’impressione è che ci sia una resistenza verso la riduzione della velocità effettiva, ovvero la più grossa causa primaria e la concausa della maggior parte degli incidenti gravi. Per esempio è vietata la rivelazione della velocità al di sotto del limite dei 50 km/h, un provvedimento che cerca di frenare l’applicazione della normativa della Zona 30, che a Bologna, ha dato i suoi frutti. Le zone a 30 km/h si riescono a fare lo stesso, ma vengono fatti con più difficoltà, un conto è un provvedimento generalizzato, un conto strada per strada. Senza dimenticare la stretta sulle Ztl. Quali possono essere i passi di Fiab? Si cercherà di collaborare con il Ministero, facendo molta attenzione a parlare di “utenza attiva”: Il termine non è previsto dal Codice che preferisce “utenza vulnerabile” sostituita a “utenza debole”. Nell’utenza attiva rientrano le persone che si muovono con l’energia delle proprie gambe, comprendendo anche le e-bike. Non ci sono però le e-bike truccate, quelle che a livello europeo sono considerati dei veri motorini elettrici capaci di raggiungere i 45 km/h. Servono maggiori controlli. E’ stata privilegiata – secondo Galatola – la pena e non la prevenzione. Bene la lotta al ricorso di alcol e droghe, ma serve una collaborazione tra diversi settori: Nei centri urbani abbiamo una maggiore rilevanza di incidenti gravi rispetti alla media europea: il 43% dei morti in Italia avviene nei centri urbani, in Europa la percentuale è del 35-36%, in Gran Bretagna, ad esempio, siamo sul 30%. C’è un problema di sicurezza, la metà dei morti sono pedoni e ciclisti, se aggiungiamo i motociclisti arriviamo all’83%. Le statistiche più recenti collocano il nostro Paese al 19° posto su 27 per vittime sulla strada in rapporto alla popolazione: una posizione che evidenzia la necessità di interventi strutturali principalmente in ambito urbano. Sono necessari, quindi dati completi e verificati al fine di ottenere valutazioni oggettive. Serve un passo concreto per la sicurezza stradale: È necessario un approccio basato su numeri solidi e ben circostanziati e su analisi accurate, al fine di individuare in modo puntuale le criticità e adottare misure concrete per la tutela di tutti gli utenti della strada. La diffusione di informazioni parziali o interpretate in modo fuorviante rischia di generare confusione, facendo abbassare la guardia ai cittadini.