Italia, transizione energetica: più consumi e meno emissioni nel 2024. Ma il gap con l’Europa è ancora elevato. L’analisi

Italia, transizione energetica: più consumi e meno emissioni nel 2024. Ma il gap con l’Europa è ancora elevato. L’analisi

Secondo l’ultimo rapporto Enea, in Italia la transizione energetica prosegue con alti e bassi e la distanza con l’Europa è ancora troppo alta

Più lati negativi che positivi per la transizione energetica in Italia. Qualche passo in avanti è stato fatto, ma su certi settori il nostro paese è ancora troppo fermo. E sull’agenda di obiettivi per il 2030 la penisola tricolore sta avendo forti ritardi, come già ha sottolineato il report di Legambiente (Italia, la corsa alle energie rinnovabili è ancora troppo lenta: serve l’accelerata entro il 2030).

Questa volta è Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile, a mettere a fuoco la situazione. Nell’ultimo report, infatti, evidenzia come i consumi di energia siano aumentati dell’1% in Italia rispetto al 2023. Trainati soprattutto da trasporti e settore civile. E questa energia in qualche modo va prodotta.

Qui l’Italia ha visto dimezzati nel 2024 i consumi di carbone, ridotti ormai a un ruolo marginale nella termoelettrica (quota dell’1%), mentre sono aumentati i consumi di tutte le altre fonti: petrolio, +1,2%, gas, +0,8%, rinnovabili, +12%, spinte soprattutto dalla ripresa dell’idroelettrico. Infine, le importazioni nette di elettricità sono rimaste pressoché invariate.

I problemi però derivano sempre dalle emissioni. Perché se su base annuale sono diminuite del 3%, nel secondo semestre del 2024 sono aumentate dell’1,5%, dopo due anni di valori in calo. Una specie di ripresa di un trend negativo che si stava superando. La frenata della diminuzione delle emissioni e l’insufficienza dello sfruttamento do fonti rinnovabili pesano sull’indice ENEA ISPRED, che misura l’andamento della transizione energetica.

Italia, transizione energetica a rilento: emissioni in aumento a fine 2024. E l’energia costa troppo rispetto all’Europa. Bene il fotovoltaico

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L’Italia, poi, continua a non riuscire a colmare il gap con lEuropa dei prezzi dell’energia. Il rapporto Enea evidenzia che la differenza si sta ampliando, sia sul piatto dell’elettricità (108 €/MWh la media annuale alla Borsa italiana, rispetto a 78 in Germania, 63 in Spagna, 58 in Francia) che per il gas (circa 3 €/MWh il differenziale tra il mercato italiano PSV e quello di riferimento europeo TTF.

Anche per ridurre questo spread tra Italia e paesi europei è necessario cercare di affrettarsi col rispetto degli obiettivi al 2030 della transizione energetica. Per i quali c’è ancora molto da fare.

Un segnale positivo, però, arriva dagli impianti fotovoltaici. Sono aumentati innanzitutto gli impianti, con 6,8 GW in più sul 2023. Poi il continuo progresso tecnologico e l’eccesso di offerta sul mercato globale hanno fatto crollare il costo dei pannelli fotovoltaici importati (-37%), favorendo il dimezzamento del deficit nel settore, ora pari a poco più di 1 miliardo di euro.

Enea segnala progressi anche sul fronte delle tecnologie per la decarbonizzazione. Infatti, dopo 5 anni si ferma l’aumento del deficit commerciale italiano per l’importazione di tecnologie low-carbon, sceso da 6,4 a circa 5,5 miliardi di euro. 

Nel complesso, però, “La nostra analisi ha rilevato una fase di estrema difficoltà nella transizione energetica nazionale, con un’Italia lontana dagli obiettivi di energia e clima al 2030”, commenta Francesco Gracceva che cura l’aggiornamento trimestrale dell’Analisi ENEA. “I pezzi di elettricità e gas – aggiunge – sono entrambi diminuiti del 15% nel 2024, tuttavia nella seconda parte dell’anno hanno avuto un trend di crescita e restano ancora molto al di sopra della media del decennio 2010-2020 (+60% il gas e più che raddoppiato il prezzo dell’elettricità)”.

Insomma, l’Italia sta progredendo, ma ancora troppo poco per rispettare gli obiettivi fissati al 2030. E il gap con l’Europa ancora rimane e, in qualche settore, aumenta pure. Per cui la strada da fare è ancora lunga.