Smart Road Legal Sanzioni stradali a carico dei conducenti stranieri, work in progress Angela Iacovetti 03 February 2025 Sicurezza UE Talvolta delle circostanze rendono difficile l’applicazione di norme giuridiche, con la non auspicabile conseguenza che non sempre i trasgressori vengono sanzionati. Esempio classico è rappresentato dalle violazioni stradali commesse dai conducenti stranieri. La questione delle multe dei conducenti esteri A causa del mancato scambio di dati fra il Paese di appartenenza e quello in cui viene commessa l’infrazione, le procedure sanzionatorie sovente devono interrompersi, configurando una situazione di palese ingiustizia tra i cittadini di un Paese e i conducenti provenienti dall’estero. I passi dell’Europa Per far fronte a tale stato di cose, considerato che da indagini statistiche, qualche anno fa veniva rilevato un maggior numero di infrazioni per eccesso di velocità (violazione altamente pericolosa) da parte di cittadini non residenti, la Comunità Europea, nel 1982, emanava la dir. 2011/82/CE, al fine di agevolare lo scambio transfrontaliero di informazioni sulle infrazioni in materia di sicurezza stradale. Ma tale direttiva, che aveva trovato attuazione in Italia con il D. Lgs. n. 37 del 4 marzo 2014, venne annullata nel corso dello stesso anno, per errore sulla base giuridica, in quanto era stata adottata con riferimento all’art. 87 TFUE e non al più congruente art. 71 TFUE; in sua sostituzione, l’UE varava la direttiva n. 2015/413/UE, conosciuta come direttiva CBE (Cross Border Enforcement – Esecuzione Oltre Confine). Perché un intervento sovranazionale Nel preambolo della nuova normativa, il Legislatore europeo evidenzia che l’applicazione coerente delle sanzioni è un elemento importante nella politica europea di miglioramento della sicurezza stradale, al fine di ridurre incidenti, decessi, feriti e danni. Pertanto, rendendo effettiva l’imposizione delle sanzioni, mediante procedure che facilitino l’applicazione transfrontaliera delle norme in materia di violazioni stradali, in particolare di quelle relative agli incidenti gravi, l’UE ha inteso mettere un punto all’impunità di trasgressori non residenti nello Stato in cui viene commessa l’infrazione. L’intervento sovranazionale, in siffatti casi, è inevitabile per garantire l’armonizzazione normativa, pur nella flessibilità delle specificità nazionali: la direttiva europea, infatti, indica un obbligo di scopo, uguale per tutti gli Stati membri, che ciascuno può raggiungere con le norme e le procedure che ritiene opportune. Il problema dell’impunità dalle sanzioni non può essere affrontato, infatti, con accordi bilaterali tra Stati, poiché un mosaico di norme renderebbe la disciplina difficilmente regolabile. La normativa europea, ancorché non dettagliata, come sarebbe nel caso di un regolamento, rende uniforme la disciplina della fattispecie in parola. Quali strumenti per l’effettività della sanzione? Il focus della normativa sta nella reciproca concessione di accesso ai dati di immatricolazione del veicolo, per identificare i conducenti che hanno commesso l’infrazione. Peraltro, la consapevolezza di tale possibilità di accesso dovrebbe avere anche un effetto deterrente sul guidatore. La direttiva stabilisce che lo scambio dei dati di immatricolazione dei veicoli e delle patenti di guida deve avvenire sulla piattaforma informatica EUCARIS, ovvero una rete di scambio dati, istituita nel 1994 per combattere i crimini internazionali legati ai veicoli e alle patenti di guida, attraverso la condivisione di informazioni tra gli Stati membri. Il sistema CBE, invece, la utilizza per il rafforzamento della sicurezza stradale, mediante l’accesso ai dati per identificare i trasgressori e notificare le sanzioni. Work in progress Il 1° marzo 2023, la Commissione Europea ha proposto una modifica alla dir. 2015/413 poiché, anche se la sicurezza stradale è notevolmente migliorata, non ha raggiunto l’ambizioso traguardo auspicato dalle istituzioni europee, ossia la diminuzione del 75% del numero di vittime della strada fra il 2001 e il 2020. Per questi motivi, il 19 dicembre 2024 il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno emanato la direttiva 2024/3237, che modifica la direttiva 2015/413, la cui operatività è stata calendarizzata al 20 luglio 2027. L’art. 2 della Dir. 2015/413 enunciava l’applicazione della disciplina di scambio dei dati solo relativamente alle seguenti infrazioni, ritenute particolarmente pericolose per la sicurezza stradale e l’incolumità delle persone: superamento limiti di velocità mancato utilizzo delle cinture di sicurezza inosservanza del rosso semaforico guida in stato di ebbrezza guida sotto l’influenza di droghe mancato uso del casco protettivo circolazione su corsia vietata uso di telefono cellulare durante la guida La modifica dello scorso dicembre ha esteso l’applicazione della normativa anche alle seguenti violazioni, che presentano un nesso chiaro e diretto con la sicurezza stradale: mancato rispetto della distanza di sicurezza sorpasso pericoloso sosta pericolosa superamento striscia longitudinale continua guida contromano mancato rispetto formazione ed uso corridoi d’emergenza guida di veicolo sovraccarico incidente con fuga del conducente mancato rispetto delle norme a un passaggio a livello ferroviario. Inoltre, le nuove regole prevedono il miglioramento della cooperazione transfrontaliera, per facilitare l’identificazione e la sanzione dei trasgressori non residenti, nonché una maggiore trasparenza nelle procedure di sanzioni e ricorsi, per garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei conducenti. Ê stato istituito, infatti, anche un portale on line, che si interfaccia direttamente con i cittadini, fornendo loro informazioni sulle norme vigenti negli Stati membri, sui diritti, le sanzioni e le procedure di ricorso, in caso di violazioni al codice stradale; il portale prevede anche una piattaforma per pagare le multe e consente la verifica delle infrazioni commesse. Come funziona il sistema CBE? Quando un veicolo straniero commette un’infrazione, questa viene registrata dalle autorità in loco competenti. Attraverso il sistema EUCARIS, le autorità accedono ai registri dei veicoli dello Stato d’immatricolazione, ottenendo i dati del proprietario e/o del conducente attraverso la targa. La persona identificata viene informata nella sua lingua della procedura in corso e delle sanzioni comminabili, in modo da poter esercitare il proprio diritto di difesa o richiedere ulteriori informazioni o pagare la sanzione. Il tutto sempre salvaguardando la protezione dei dati, con procedure controllate e software sicuri, conformemente all’art. 4 della direttiva. Conclusione Le revisioni apportate rappresentano un passo significativo verso l’armonizzazione delle politiche europee in materia di lotta alle infrazioni transfrontaliere, soprattutto in un’epoca in cui la mobilità è sempre più fluida e transnazionale. Le stesse mirano a rafforzare la cooperazione fra gli Stati membri, a stabilire un sistema di sanzioni eque, trasparenti, soprattutto certe e capaci di responsabilizzare maggiormente i conducenti. L’attuazione della direttiva, in Italia, è attualmente demandata al D. Lgs. n. 37 del 4 marzo 2014, sopra accennato, che ha integrato il Codice della strada, permettendo lo scambio d’informazioni tra il nostro Paese e gli altri Stati UE, per identificare i responsabili delle violazioni commesse sui rispettivi territori, sempre nell’ottica di una cooperazione mirante a ridurre le infrazioni pericolose e a costruire una mobilità sicura. Entro il 20 luglio 2027, a ogni buon conto, potrebbero esserci nuove norme di adeguamento alle regole europee. Angela Iacovetti