A Milano "Barbie Exhibition", urban culture tra la moda

A Milano “Barbie Exhibition”, urban culture tra la moda

Milano, smart city per eccellenza, città del design, della moda e della contemporaneità, è il luogo ideale per la mostra che abbiamo visitato in via Paolo Sarpi n. 6/8, e che racconta non solo la storia di Barbie, ma anche la sua capacità di essere influenzata dai mutamenti culturali, urbani e tecnologici.

Milano, con la sua rapida trasformazione nel corso dei decenni in senso sempre più smart, rappresenta la metafora di un cambiamento che è anche quello di Barbie.

Nata nel 1959 da un’idea di Ruth Handler, Barbie ha anticipato molti mutamenti sociali che hanno avuto riflessi notevoli nella cultura urbana.

Se negli anni ’60 la bambola incarnava una femminilità stereotipata, negli anni successivi ha mutato forma, conquistando ruoli maggiormente diversificati e inclusivi, e riflettendo la continua evoluzione dell’influenza delle donne nei contesti, anche urbani.

Milano, da sempre testimone di una continua evoluzione, fermento della creatività e dell’innovazione, è senza dubbio il palcoscenico ideale per la Barbie che, al pari della città meneghina, non smette mai di reinventarsi.

Dai primi vestiti couture disegnati dai più grandi stilisti alle Barbie sportive, intellettuali, poliziotte, la mostra traccia un cammino parallelo tra l’evoluzione della bambola e quella della città che la ospita.

L’esposizione è pensata per coinvolgere il visitatore in un’esperienza visiva e sensoriale, sfruttando la tecnologia per far rivivere il mondo di Barbie in modo progressista.

Ologrammi, realtà aumentata e installazioni multimediali catapultano l’audience in un contesto che non è solo giocattolo, bensì pure cultura popolare e urbana, moda e arte contemporanea.

Dalla Barbie police officer a quella che fa proprie tematiche come la diversità e la sostenibilità, la mostra non si limita a raccontare il passato, ma invita a proiettarsi sul futuro inevitabilmente legato alla crescente attenzione alla trasformazione, anche urbana.

Non si può infatti parlare dell’eclettica Milano senza fare riferimento alla sua centralità nel mondo della moda.

Sono numerosi gli stilisti e le maison di moda che hanno collaborato con Mattel per creare edizioni limitate della bambola, vestendola con abiti che raccontano i trend di ogni epoca.

La città stessa, con le sue passerelle e il suo immenso patrimonio di creatività, si riflette nelle vetrine della mostra.

Le opere sartoriali che vestono Barbie mettono in scena l’evoluzione della moda, dal minimalismo anni ’90 all’eclettismo dei decenni successivi, passando attraverso le linee più sofisticate degli anni più recenti.

Un omaggio a Milano dunque, città smart per eccellenza, che ha visto originare ed evolversi il settore del prêt-à-porter, e che oggi è testimone di un’ulteriore progresso, quello del nostro modo di concepire la bellezza e l’identità urbana.

Barbie Exhibition di Milano non è solo una retrospettiva su una bambola che ha segnato generazioni, bensì una riflessione sulla capacità degli oggetti e delle città di plasmare e rappresentare i cambiamenti, anche urbani.

Nel costante mutamento, Barbie continua a essere un punto di riferimento che guida il dibattito sull’identità, il genere e il ruolo della donna, portando anche Milano, e con essa i suoi abitanti e visitatori, a confrontarsi.

Nello scenario di via Sarpi, nel peculiare quartiere Chinatown, tra il Cimitero Monumentale e La Fabbrica del Vapore, la mostra diventa un momento di riflessione collettiva, un’occasione per guardare con occhi diversi un’icona del passato, ma soprattutto un’opportunità per immaginare il futuro attraverso il filtro della capitale morale, dell’inclusività e della creatività che da sempre contraddistinguono la città meneghina.

Milano, capitale della moda e del design, si conferma ancora una volta fucina di nuovi concetti aperti e pluralisti, sempre più in direzione smart city.