Enforcement Polizia Locale, i tempi sono maturi per il "marketing"? Sergio Bedessi 07 October 2024 Può apparire strano parlare di marketing per la Polizia Locale, ma nella realtà odierna, anche per una struttura pubblica particolare come la Polizia Locale, questo concetto ha un senso. La Polizia Locale si occupa di sicurezza urbana ad ampio spettro e, quasi sempre e purtroppo, non gode di buona immagine presso la comunità di riferimento. Chi la gestisce, comandante, assessore o sindaco, deve quindi mettersi nella stessa ottica di un’azienda privata che voglia migliorare l’immagine aziendale, complessivamente rafforzando il rapporto con il cliente (in questo caso l’utente) e dunque di intraprendere azioni di marketing. Per la Polizia Locale, che svolge una funzione pubblica, queste azioni saranno ben diverse da quelle che verrebbero utilizzate in ambito privato, anche se per la loro organizzazione ci si può riferire a modelli di marketing già patrimonio, da decenni, delle aziende private. In questo caso lo scopo primario sarà quello di migliorare l’immagine della quale la Polizia Locale gode presso la cittadinanza, e di conseguenza migliorando anche il rapporto fra polizia e cittadino, portando beneficio anche all’immagine dell’Amministrazione comunale nel complesso. Una premessa In vista dell’adozione di azioni di marketing è opportuno comprendere quanto l’organo di polizia locale sia più o meno ben visto sul territorio di riferimento tramite un sondaggio fra i cittadini, magari evitando domande che possano innescare risposte polemiche. Grazie a questa operazione ci si potrà accorgere che molti non ritengono che la Polizia Locale sia un organo di polizia alla pari degli altri. Questa immagine distorta è dovuta al fatto che la Polizia Locale agisce principalmente nell’ambito degli illeciti amministrativi (quelli che toccano il portafoglio!), cosa che gli altri organi di polizia, pur dovendo, fanno molto meno. Dal punto di vista generale si può dire che gli organi di polizia entrano in contatto con i cittadini essenzialmente in due momenti: fornendo un servizio (esempio rilevando un sinistro stradale), oppure sanzionando. Nel caso della Polizia Locale il secondo fronte di contatto, quello del sanzionamento, è di gran lunga superiore al primo, quello della fornitura di servizi e spesso è la stessa Polizia Locale a dare poca importanza ai numerosi servizi che invece può offrire. Da qui l’immagine spesso negativa che i cittadini hanno della Polizia Locale e la necessità di migliorarla tramite azioni di marketing. Principali strumenti di marketing I principali strumenti di marketing per la Polizia Locale sono i seguenti. Campagne di immagine Si tratta di campagne di comunicazione ormai quasi sempre via internet, ma volendo anche cartacee, con lo scopo di migliorare l’immagine del Corpo di Polizia Locale, facendone conoscere le varie attività. È il parallelo della pubblicità istituzionale delle aziende private, quella che servono a far conoscere l’azienda in sé, più i che gli specifici prodotti o servizi. Campagne a tema specifico Sono finalizzate a far conoscere un determinato servizio, ma anche una determinata norma da poco adottata che il cittadino deve rispettare. Sono le equivalenti delle pubblicità di prodotto delle aziende private. Presenza costante sul territorio Si tratta di avere una presenza della Polizia Locale quanto più possibile costante, non solo in funzione di controllo del territorio, ma anche come presenza istituzionale nelle manifestazioni pubbliche, così come nei vari eventi. Campagne di educazione alla sicurezza stradale Sono azioni di ampio respiro che coinvolgono da una parte una determinata fascia di alunni delle Scuole e le famiglie, dall’altra il personale della Polizia Locale e che possono creare un importante canale di comunicazione con i cittadini, tramite le famiglie. Va tenuto infatti conto che è la Polizia Locale quella che maggiormente interviene in ambito stradale. Altri strumenti di marketing Vi sono poi altri strumenti di marketing per la Polizia Locale che si potrebbero definire generali, fra i quali: personalizzazione dei materiali utilizzati per relazionarsi con i cittadini (esempio: carta intestata che riporti tutti i dati per entrare in contatto con la Polizia Locale); personalizzazione di ogni veicolo con la livrea prevista dalle varie leggi regionali, aggiungendo eventualmente uno specifico messaggio. Essendo i veicoli sempre in giro sul territorio comunale essi costituiscono un costante messaggio per i cittadini, e va da sé che debbano essere puliti ed efficienti; perfetta tenuta delle uniformi. In molti corpi di Polizia Locale l’abbigliamento non è neanche “uniforme”, nel senso che ognuno si veste in modo diverso. L’uniforme non solo fornisce l’immediata identificazione degli appartenenti alla Polizia Locale ma, se ben tenuta, contribuisce anche essa ad una certa impressione di efficienza e quindi all’immagine; perfetta tenuta degli uffici. Anche gli uffici della Polizia Locale sono uno strumento di marketing. Uffici ben tenuti, ben arredati, puliti, danno un’impressione di efficienza. Uffici mal tenuti, arredati in modo confuso, sporchi, danno una impressione di inefficienza. Per concludere Al di la di quanto detto sopra va tenuto presente che il primo fattore di marketing è la qualità dei servizi forniti e questo vale anche per la Polizia Locale. Opportuno quindi fare alcune precisazioni in questo senso. La qualità dei servizi erogati si può esprimere come rapporto fra prestazioni fornite e bisogni dell’utenza; le prestazioni fornite hanno una serie di dimensioni esterne, percepibili dall’utente: cosa (quale servizio viene fornito); come (con quali modalità questo servizio viene fornito); dove (dove viene fornito tale servizio); quanto costa (quanto deve pagare la collettività nel complesso per ottenere il servizio). Vi sono poi dimensioni interne di qualità non percepibili direttamente dall’utente, ma che devono essere tenute in considerazione dall’organizzazione, e che sono: la qualità dei processi; la qualità dell’organizzazione; la qualità delle risorse umane; la qualità delle risorse tecnologiche. Sergio Bedessi