ANPR decolla! La digitalizzazione che piace

ANPR decolla! La digitalizzazione che piace

Notizie correlate

ANPR, sigla oramai nota, è l’anagrafe nazionale, ma senza fila, effetto tangibile di digitalizzazione e, volendo, anche di dematerializzazione, per l’utente.

ANPR: completato il collegamento dei Comuni italiani

È del 23 settembre 2024 l’annuncio del sottosegretario per la digitalizzazione, Butti: tutti i Comuni italiani si sono collegati alla piattaforma nazionale ANPR, facendo confluire i dati elettorali relativi alla loro popolazione.

Finalmente!

Questo significa che l’utenza nazionale è finalmente, e realmente, uniformata.

Il sottosegretario già nei giorni precedenti diceva che:

I dati Desi, recentemente citati dalla Commissione Europea nel Digital Decade Report, evidenziano i significativi progressi compiuti dall’Italia in materia di digitalizzazione sotto la guida di questo governo. L’indice Desi è un parametro di riferimento universalmente riconosciuto per valutare le performance digitali degli Stati membri, ed è quindi fondamentale spiegare come il governo Meloni sia riuscito a ottenere questi risultati rilevanti.

E quindi, dopo la carta d’identità elettronica, anche il servizio anagrafico diviene concretamente “normalizzato”.

Senza particolari differenze: dalle alpi al più piccolo Comune del sud del paese, le prassi diventano realmente univoche, con l’aggiunta, di raggiungere il cittadino, anche tramite “uffici decentrati” come le edicole.

Questo non è assolutamente poco, neanche particolarmente scontato.

L’ovvio della contemporaneità porta facilmente a dimenticare come è l’operatività dei singoli uffici a fare la differenza per l’utenza, anche per i servizi offerti.

Non è un caso l’esempio della carta d’identità (ovviamente per la carta d’identità cartacea).

Si pensi a una pluralità di uffici comunali che utilizzano applicativi gestionali differenti, ma per offrire il medesimo servizio.

A questo si aggiungeva la stampa, con modalità differente, dei singoli dati anagrafici sulla carta dell’istituto poligrafico.

Si pensi anche alle differenze nel fare aderire la foto del titolare, spaziando dall’uso di pellicole protettive a graffature di varie forme, continuando con  “abbondanza” di timbri oppure con quello solo, ed essenziale, del Sindaco o suo incaricato.

Per il rilascio dei certificati anagrafici era pressoché uguale, sicuramente oggi vengono abbattuti i tempi di produzione, stampa e (soprattutto, ndr.) la fila davanti agli sportelli.

L’utente può collegarsi autonomamente al sito web di ANPR, autenticarsi tramite SPID e quindi richiedere i certificati di cui ha bisogno.

Ancora, i certificati possono essere salvati in formato pdf e quindi riutilizzati, magari trasmettendoli anche a mezzo pec, andando concretamente a contribuire a quell’idea “spicciola” di dematerializzazione che il cittadino aspira.

 

anpr
da ANPR ad ANSC – infografica (ANUSCA)

ANPR ok, ANSC?

Grazie alla completa adesione dei Comuni su ANPR è possibile riscontrare un circuito virtuoso che ha interessato il Dipartimento per la Trasformazione Digitale, il Ministero dell’Interno, SOGEI e, naturalmente, i Comuni.

Se ANPR rappresenta la concretezza dell’interoperabilità sul territorio, lo step successivo è uniformare la tenuta dello stato civile: è il momento di ANSC.

Lo stato civile diventa quindi digitale.

Istituto nel 1865, con regio decreto del 15.11, n. 2602, lo stato civile grazie al PNRR dovrebbe assumere una veste più prossima al cittadino.

Ovviamente la sua digitalizzazione, nel tempo, era stata prevista anche dal DPR 396/2000 e dal Codice dell’amministrazione Digitale.

Dovrebbe” perché, tra i tanti elementi da considerare, vi è anche un intoppo sul progresso del piano di digitalizzazione del paese: Infratel Italia ha dato via a una nuova mappatura della rete a banda ultra larga, a seguito di richiesta da parte della Commissione Europea.

Il problema nasce dai “civici di prossimità”, inizialmente non inclusi nel piano Italia a 1 Giga, circa 70.000 indirizzi sparsi in diverse regioni , gli operatori coinvolti nella consultazione dovranno fornire i dati necessari entro il 7 ottobre 2024, gli stessi confluiscono anche in ANCSU, Archivio Nazionale dei Numeri Civici delle Strade Urbane, realizzato dall’Istat e dall’Agenzia delle Entrate, strumento indispensabile per l’attuazione del censimento.

Interessante poi il considerare come il flusso dati ANSC (in figura) non abbia ancora interessato Tribunali e Ospedali (attestazioni nascite/morti, registrazioni sentenze).

Silvestro Marascio