Taxi senza conducente, il futuro della mobilità urbana è già qui?

Taxi senza conducente, il futuro della mobilità urbana è già qui?

I robotaxi sono veicoli autonomi progettati per trasportare passeggeri senza conducente. Ecco quali sono i vantaggi.

L’intelligenza artificiale non è solo al servizio delle chatbot e del web, ma anche della mobilità: la città smart la vuole non più ancorata a modalità e mezzi del passato, dato l’emergere di nuove esigenze.

La tecnologia sta sviluppando i cosiddetti robotaxi, veicoli autonomi progettati per trasportare passeggeri senza conducente, grazie a una tecnologia sofisticata fatta di sensori, radar, LIDAR (Light Detection and Ranging), IA, machine learning e connettività, che consente a queste macchine di percepire l’ambiente in cui si muovono, misurare distanze, creare mappe tridimensionali e prendere decisioni conseguenti.

Gli algoritmi d’intelligenza artificiale permettono anche di apprendere dagli errori, correggerli e migliorare le prestazioni; inoltre, alcuni di questi nuovi veicoli sono collegati ad una rete cloud attraverso la quale essi condividono dati con altri veicoli ed infrastrutture, creando una rete intelligente di trasporto.

Alcune aziende leader nel settore informatico ed automobilistico, come Tesla, Waymo (Google), Cruise (General Motors) stanno facendo cospicui investimenti per immettere tali macchine sul mercato.

I vantaggi offerti dai Robotaxi sono di apprezzabile valore:

  1. sicurezza: grazie ad algoritmi di guida, avremo meno incidenti stradali dovuti ad errori e comportamenti umani, con garanzia di viaggi più sicuri, risparmi di spese sanitarie, sia per il singolo che per la collettività, premi assicurativi contenuti e via discorrendo. Tuttavia, ridurre gli incidenti stradali non significa eliminarli: pertanto permane la preoccupazione di come tali veicoli affronteranno situazioni complesse ed impreviste e a quale soggetto vada attribuita la responsabilità, in caso di sinistro stradale, soprattutto se ci troviamo di fronte ad una responsabilità di tipo penale che, come sappiamo, nel nostro ordinamento giuridico è personale. Sarà compito del Legislatore disciplinare la nuova realtà;
  2. efficienza: i robotaxi possono calcolare in tempo reale, sempre grazie agli algoritmi, i percorsi meno trafficati, riducendo i tempi di attesa, di percorrenza e, naturalmente, il traffico;
  3. sostenibilità: se i robotaxi sono elettrici, non emettono gas inquinanti (sarebbe auspicabile che anche l’energia elettrica di ricarica  provenga da fonti rinnovabili, ovviamente);
  4. accessibilità: persone anziane, disabili, coloro che non hanno la patente o un veicolo proprio potrebbero fruire di questo tipo di trasporto, secondo le proprie comodità;
  5. costi ridotti: rispetto ai taxi tradizionali o servizi tipo “Uber”, eliminando il costo del conducente, le tariffe dovrebbero essere più competitive; si potrebbe anche ipotizzare che il privato possessore, nei momenti di non utilizzo, potrebbe dare a nolo l’auto  (tuttavia, non si può non riflettere su che cosa significhi l’eliminazione di posti di lavoro: sarà fondamentale sviluppare politiche che proteggano i lavoratori coinvolti da questo cambiamento).

Come si è accennato, il nuovo robotaxi della Tesla verrà presentato il 10 ottobre prossimo e potrebbe chiamarsi Cybercab.

Elon Musk, CEO di Tesla, sostiene che il nuovo autoveicolo manderà in pensione gli autobus, anche grazie alle tariffe, economiche tanto quanto un biglietto dell’autobus.

In realtà, il prezzo dei biglietti cambia da una città all’altra e poiché anche la distanza incide sul costo del taxi, è difficile quantificare e generalizzare il costo del servizio offerto dai robotaxi.

Waymo, invece, in partenariato col colosso cinese Geely, ha creato un robotaxi  altamente sofisticato che riconosce oggetti e persone anche in condizioni di scarsa visibilità o in presenza di ostacoli.

Inoltre, sembra che riesca a prevedere le azioni degli altri utenti della strada, grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale sempre più sofisticati.

Il futuro presenta sfide per questi nuovi mezzi di trasporto, che tuttavia appaiono promettenti: il loro impatto potrebbe estendersi dalla mobilità alla pianificazione urbana, alla sostenibilità ed all’economia globale.

Siamo ancora agli inizi, non ci resta che attendere per vedere.

Angela Iacovecchi