Italia, aumenta il traffico sulle strade e i mezzi di trasporto sono inefficienti

Italia, aumenta il traffico sulle strade e i mezzi di trasporto sono inefficienti

Se da un lato il traffico aumenta, complice anche l’elevato numero di auto presenti in Italia, dall’altro la rete dei trasporti pubblici è ancora inefficiente, con una grossa disparità tra Nord e Sud

In Italia il traffico è in costante aumento.

Sembrano quindi essere finiti gli “strascichi” dell’effetto Covid, che, tra le altre cose, avevano portato le aziende ad adottare delle politiche di smart working.

Lo stop al cosiddetto telelavoro ha avuto come conseguenza diretta un incremento delle vetture sulle strade italiane.

A rivelarlo è la terza edizione di Data Mobility 2024, elaborata da GO-Mobility in collaborazione con Motion Analytica e con il supporto di Vodafone Business e Viasat, azienda di TargaTelematics.

Le città più trafficate

Dopo una riduzione che si è registrata tra il 2019 e il 2022, gli indicatori di dipendenza dall’auto e degli spostamenti in auto per abitante sono tornati ad aumentare per le città di Milano, Firenze, Bologna, sia a livello di capoluogo che di città metropolitana.

Nello specifico, Milano è leader nella classifica delle città con una crescita dei due parametri rispettivamente del 10% e dell’8,5%.

Mentre i maggiori decrementi si riscontrano per Cagliari (-4% e -13%).

Il report di Data Mobility analizza anche le velocità medie degli spostamenti in automobile, che, nel 2023, sono diminuite in tutti i capoluoghi e le città metropolitane rispetto al 2022.

A Bologna cala del 12,5%, Palermo dell’8,4%, Milano del 7,5%, Torino 6,9% e Roma 6,2%.

È cresciuta anche la lunghezza media dei viaggi in auto, misurata in termini di km percorsi: in testa balza Venezia con un +8,9%, Firenze +3,7%, Reggio Calabria +2,1%, Torino +1,4% e Milano +1,1%.

Le differenze tra nord e sud

La crescita degli spostamenti in auto interessa la componente suburbana, ossia le persone che viaggiano verso le città per lavoro, e l’ora di punta mattutina.

Una grossa fetta di persone la mattina è tornata a muoversi in auto per le distanze medio-lunghe, complice anche la mancata risposta del trasporto pubblico in termini di servizi e infrastrutture più efficienti.

Al Nord si muove molto nelle ore di punta (mattina e sera), mentre al Sud la punta più alta è quella dell’ora di pranzo.

La pressione in città

Lo studio di Data Mobility 2024 si focalizza anche sulla pressione in città, che viene indicata come il numero di persone rilevate per almeno 30 minuti all’interno del territorio (“city users”) ogni 100 abitanti abituali, intesi come residenti notturni.

Il valore medio di circa 2 city users per abitante è sintomo della pressione elevata a cui sono posti ogni giorno i territori metropolitani e per cui deve essere realmente pianificata la rete di trasporto.

L’indicatore presenta un valore superiore per le città metropolitane rispetto ai comuni capoluogo.

I territori in cui la pressione è minore sono le grandi città del centro-nord; Roma presenta un valore di 129 city users ogni 100 abitanti abituali, Milano 154.

Questo indicatore è maggiore per le città del sud, con Messina che arriva a 401 per quanto riguarda il capoluogo e 260 per la città metropolitana.

I mezzi di trasporto

Le auto sulle strade italiane sono costantemente aumentate anche in virtù di una inefficiente rete di trasporti pubblici.

L’Italia si conferma un Paese autocentrico.

Infatti, nelle aree metropolitane italiane vi sono molte più auto rispetto al resto d’Europa, con una media di 644 ogni 1.000 abitanti a Roma, 640 a Torino, 558 a Milano e 795 a Firenze.

Per diminuire questa dipendenza dall’auto è quindi necessario implementare e migliorare la qualità dell’offerta dei mezzi di trasporto.

Il Rapporto Pendolaria 2024 di Legambiente restituisce una fotografia piuttosto accurata del trasporto pubblico italiano, evidenziando significative differenze tra il Nord e il Sud Italia in termini di trasporto ferroviario regionale.

Per il 2022, i dati raccolti su base regionale mostrano che il numero di viaggiatori nel trasporto regionale è circa il 25% in meno rispetto al 2019.

Tuttavia, per il 2023, Trenitalia ha dichiarato un incremento del +7% per i Frecciarossa e del +10% per gli Intercity rispetto al 2019, con un +18% per il trasporto regionale, indicando una ripresa più evidente nelle regioni del Nord.

Differenza tra nord e sud

Nello specifico, le regioni del Nord tendono ad avere servizi ferroviari più efficienti e affidabili rispetto al Sud.

Le linee peggiori identificate nel rapporto includono diverse tratte del Sud, come la Ferrovia Jonica e le ex linee Circumvesuviane, che soffrono di problemi strutturali e di manutenzione.

Nel Mezzogiorno, i treni sono generalmente più vecchi rispetto a quelli in servizio al Nord.

In Molise l’età media dei treni è significativamente alta e pari a 21,4 anni.

Gli investimenti e gli scenari

La situazione potrebbe migliorare con il piano di elettrificazione delle linee, che prevede l’attivazione di circa 1.200 km di linea entro il 2026 e ulteriori 54,6 km oltre il 2026, con un investimento complessivo che supera i 2 miliardi di euro.

Ma c’è ancora troppa differenza a livello di investimenti tra nord e sud.

Il report di Legambiente stima un fabbisogno aggiuntivo, rispetto agli investimenti già previsti, di 650 treni regionali, tra nuovi e revamping, di 180 treni metropolitani e 320 tram, per una spesa complessiva di circa 5 miliardi di euro da spalmare negli anni.

Sembra quindi ancora sideralmente distante la prospettiva di “zero auto in città” portata avanti soprattutto da Milano.

Per arrivare a “svuotare” il centro città dalle auto è necessario ampliare anche la rete metropolitana, parametro dove l’Italia è ancora dietro rispetto alle altre città d’Europa.

Poi c’è l’annosa questione del trasporto pubblico al Sud Italia, dove permangono dei problemi strutturali.

Qui è opportuno concentrarsi sul miglioramento dell’infrastruttura esistente, puntando a sistemare le tratte più problematiche.

Emiliano Ragoni