Il Parlamento UE punta sull’efficienza energetica: dal 2030 nuovi edifici a emissioni zero

Il Parlamento UE punta sull’efficienza energetica: dal 2030 nuovi edifici a emissioni zero

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Gli eurodeputati hanno adottato le nuove regole per ridurre il consumo energetico di gas a effetto serra nel settore edilizio. Entro il 2030 i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero. Previste esenzioni per edifici agricoli e storici

Il Parlamento Europeo con 370 voti favorevoli, 199 voti contrari e 46 astensioni, approva in via definitiva la direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia.

Per diventare legge la direttiva dovrà essere approvata formalmente anche dal Consiglio dei ministri.

Gli obiettivi della direttiva sulle “case verdi”

Lo scopo della revisione della direttiva è quello di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030, arrivando alla neutralità climatica entro il 2050.

Tra gli obiettivi rientrano anche la ristrutturazione di un maggior numero di edifici con le prestazioni energetiche peggiori e una migliore diffusione delle informazioni sul rendimento energetico.

Giù le emissioni nel settore dell’edilizia

Stando alle proiezioni della Commissione europea, gli edifici dell’UE sono responsabili del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra.

Il 15 dicembre 2021 la Commissione ha presentato una proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, che fa parte del pacchetto “Pronti per il 55%” (le proposte volte a rivedere le normative dell’UE per centrare gli obiettivi climatici concordati).

Secondo la normativa europea sul clima del luglio 2021 gli obiettivi ambientali per il 2030 e il 2050 sono diventati vincolanti per tutti i Paesi UE.

Ristrutturazioni green

Secondo la nuova direttiva, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030 (quelli delle autorità pubbliche dal 2028).

Gli Stati membri potranno tenere conto, nel calcolare le emissioni, del potenziale impatto sul riscaldamento globale del corso del ciclo di vita di un edificio, inclusi la produzione e lo smaltimento dei prodotti da costruzione utilizzati per realizzarlo.

Per gli edifici residenziali dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.

Gli Stati membri si impegnano a ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030, percentuale che dovrà salire al 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica.

Dovrà essere garantita l’installazione progressiva negli edifici pubblici e non residenziali e in tutti i nuovi edifici residenziali di impianti solari entro il 2030.

Via le caldaie a combustibili fossili

Gli Stati membri, secondo le nuove disposizioni, dovranno spiegare come intendono predisporre misure vincolanti per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento eliminando gradualmente i combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffreddamento entro il 2040.

A partire dal 2025, sarà vietata la concessione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili.

Previsti incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento che usano una quantità significativa di energia rinnovabile, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.

Sono previste delle esenzioni

La direttiva non si applica agli edifici agricoli e agli edifici storici, e i Paesi membri possono decidere di escludere anche gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto.

Ciarán Cuffe (Verdi/ALE, IE), relatore, ha dichiarato: “La direttiva sulle prestazioni energetiche nell’edilizia mostra chiaramente come la politica climatica possa avere benefici reali e immediati per le fasce di popolazione più vulnerabili della nostra società. Questa legge contribuirà a ridurre le bollette energetiche e ad affrontare le cause profonde della povertà energetica, offrendo nel contempo migliaia di posti di lavoro locali di alta qualità in tutta l’economia europea”.

Emiliano Ragoni