Overtourism: un problema per tante città

Overtourism: un problema per tante città

Il mercato del turismo è in forte ripresa e si accentuano i rischi di overtourism per le località più gettonate, che corrono ai ripari con provvedimenti ad hoc per fronteggiare i picchi critici di affluenza che compromettono l’efficienza e l’immagine del territorio.

Il settore turistico mondiale ha recuperato il 95% del fatturato pre-pandemico, almeno secondo il World Travel & Tourism Council (WTTC) che stima un volume d’affari di 9,5 trilioni di dollari (pari a 8,75 miliardi di miliardi di euro). Il boom sta facendo riemergere i disagi nelle località più gettonate, soprattutto nelle città a forte vocazione turistica soggette a problemi del cosiddetto “overtourism”. Secondo lo studio “Protecting your city from overtourism”, 2 città su 3 in Europa soffrono il sovraffollamento di turisti.

Overtourism: cosa e?

Tanti sindaci vorrebbero confrontarsi con l’overtourism, perché la premessa è che la località goda di flussi turistici ingenti in grado di produrre ricchezza sul territorio. Ma l’overtourism comporta una lunga serie di problemi che si manifestano a cascata nei momenti più critici, compromettendo la fruibilità delle attrattive e delle infrastrutture turistiche con picchi ingestibili di affluenza, lunghe code o addirittura impossibilità di visitare centri e musei. Tutto ciò danneggia l’immagine della città e gli standard di qualità offerti a turisti e residenti.
Molte città stanno quindi correndo ai ripari, cercando di arginare le criticità di overtourism con una sensibilizzazione verso la destagionalizzazione della domanda turistica, se non addirittura scoraggiando i visitatori con forti aumenti delle tasse di soggiorno e limitazioni di accesso o di orario ai luoghi di interesse. Vediamo alcuni esempi nel panorama internazionali, partendo dalla “nostra” Venezia.

Venezia impone un ticket giornaliero

Il fascino della città del Doge richiama da tutto il mondo ogni anno 5 milioni di turisti che generano 11 milioni di pernottamenti all’interno di un Comune che conta poco più di 265.000 abitanti. Ma si stima che siano almeno 25 milioni annui i visitatori “mordi e fuggi” di Venezia, che non usufruiscono di una struttura ricettiva. Per fronteggiare l’orda di “invasori” di calle e ponti, l’Amministrazione ha inasprito le tasse di soggiorno ed introdotto un biglietto di ingresso di 5 euro giornalieri. In più ha fissato un limite massimo di 25 persone alle comitive turistiche in città, vietando l’uso di megafoni ed altoparlanti alle guide per contenere l’inquinamento acustico.

Amsterdam 24h di overtourism

La capitale olandese conta un flusso continuo di visitatori che non si attenua nelle ore notturne. Se nella fascia diurna Amsterdam registra 25 milioni di turisti ogni anno, le previsioni governative stimano che entro l’anno prossimo si arriveranno a contare fino a 23 milioni di presenze annue in città dal tramonto all’alba, con conseguenti problemi di ordine pubblico e di organizzazione dei tempi della città. L’amministrazione ha avviato campagne social per scoraggiare i turisti in cerca di sregolatezza, fronteggiando i feestbeest, ossia i visitatori lampo per addii al celibato/nubilato,  pub crawl ed altre occasioni inclini agli eccessi.

Acropoli a numero chiuso

Quattro mesi fa, per contenere i picchi estivi, Atene ha fissato a 20.000 il numero massimo giornaliero di visitatori all’Acropoli, con uno scaglionamento per fasce orarie. La misura sembra aver prodotto gli effetti sperati e a partire dalla primavera di quest’anno sarà estesa ad altri 25 siti archeologici della Grecia.
Il turismo contribuisce per il 5% al PIL nazionale greco con un incremento esponenziale degli arrivi negli ultimi 50 anni: nel 1970 la Grecia contava 7 milioni di turisti, ma oggi sono più di 30 milioni, grazie anche all’aumento della stazza delle navi da crociera che trasportano molti più passeggeri.

Barcellona allontana i crocieristi

La città catalana sfoggia il primo porto crocieristico al mondo, ma 14 milioni di turisti ogni anno sono perfino troppi per un centro urbano che si estende per 100 kmq ed accoglie 1,6 milioni di abitanti.
Per contrastare l’overtourism, un terminal crocieristico è stato spostato in periferia, pur dotandolo delle necessarie infrastrutture di mobilità, ma soprattutto è stato introdotto il divieto di costruire nuovi hotel nel centro cittadino. Stretta anche sugli affitti brevi dei B&B.

Parigi e le Olimpiadi

La capitale francese è la prima destinazione europea per arrivi turistici: Euromonitor stima in 44 milioni i turisti che ogni anno arrivano in città, soggiornandovi per almeno una notte. Il Louvre ha già adottato un numero chiuso a 30.000 accessi giornalieri, ma lunghe code si registrano ad ogni ora anche per la Tour Eiffel ed altre attrazioni della città. Già da anni l’Amministrazione ha adottato un piano per deviare i pullman dal centro, soprattutto quelli a due piani che proprio non piacciono ai parigini.

Nel 2030 anche Roma a rischio overtourism

Come già riportato in un altro articolo su CityNext, il WTTC ha rilevato che il 45% degli oltre 1,4 miliardi di viaggiatori nel mondo sceglie una città come meta turistica. Nei primi 300 centri urbani del mondo si è superata la soglia di 500 milioni di viaggi. Guardando ai prossimi sette anni, tra le città più esposte al rischio di overtourism spiccano Roma, Amsterdam, Barcellona, Parigi, Praga e Stoccolma per l’Europa, insieme a San Francisco, Toronto e Vancouver oltreoceano.
Segue poi un secondo gruppo, all’interno del quale troviamo Londra, Dublino, Madrid, Siviglia e Berlino, ma anche New York, Miami, Las Vegas e Sydney.

Chi più, chi meno

Se l’overtourism comincia a profilarsi a Bangkok, Città del Capo ed Istanbul, dove l’incoming cresce più velocemente rispetto al resto del mondo, Dubai, Hong Kong, Tokyo, Singapore e Washington sembrano più in grado di fronteggiare la pressione turistica in aumento: il motivo va cercato, però, più nella predisposizione di queste città verso i viaggi business che nei meriti delle Amministrazioni locali.

 Marco Perugini