Il Giappone vuole colmare il gap digitale con le stazioni solari autonome

Il Giappone vuole colmare il gap digitale con le stazioni solari autonome

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Il Giappone entro il 2025 vuole lanciare le stazioni base volanti HAPS (High Altitude Platform Station) dotate di una tecnologia in grado di garantire una copertura di rete più ampia, utilizzando satelliti autonomi a energia solare che gravitano nella stratosfera

Alcune società di telecomunicazioni, tra cui la giapponese NTT Docomo, stanno pubblicizzando l’HAPS (high-altitude platform station: stazioni di piattaforma ad alta quota) come una soluzione di nuova generazione all’annoso problema della disponibilità su larga scala di servizi internet avanzati come la connessione 5G. In paesi come l’Africa, dove solo il 24% della popolazione ha accesso a Internet, persistono delle difficoltà di installazione di stazioni di base in luoghi remoti. Difficoltà che l’HAPS intende superare, contribuendo concretamente a colmare il divario digitale.

L’HAPS, una soluzione per colmare il digital gap

Esattamente come Starlink di Elon Musk, che fornisce servizi internet sfruttando lo spazio, l’HAPS può garantire servizi mobili utilizzando droni a energia solare che volano ad altitudini di 18-25 km. La copertura di un modulo dovrebbe essere di circa 200 km. A seconda della topografia, una comune stazione a terra ha un raggio di copertura di 3-10 km. Quindi, per avere una disponibilità su larga scala dei servizi internet, è necessario un numero considerevole di stazioni, ma non tutti i Paesi dispongono di risorse economiche sufficienti per distribuirle in un lasso di tempo ragionevole. Ecco perché l’HAPS appare come una soluzione perfettamente funzionale, specie in tutti quei paesi dove c’è poca disponibilità economica.

Il Giappone in prima linea, frequenze permettendo

Le aziende giapponesi hanno in programma di offrire veicoli aerei, apparecchiature di telecomunicazione e gestione operativa in un unico “pacchetto”, rendendone più facile la distribuzione. Tuttavia, affinché questa tecnologia possa essere utilizzata in tutto il mondo, è necessario adottare alcuni criteri tecnologici applicabili in tutti i mercati. Alla Conferenza mondiale delle radiocomunicazioni, tenutasi negli Emirati Arabi Uniti nel novembre-dicembre 2023, i delegati di 163 Paesi hanno deliberato sull’uso delle frequenze radio e delle orbite satellitari. La proposta del Giappone è quella di adottare quattro bande di frequenza come standard internazionali per le stazioni aeree volanti è stata accettata alla Conferenza, aprendo così la strada a una diffusione uniforme della tecnologia in tutto il mondo. Stando alla proposta, le frequenze di 1,7 gigahertz, 2 GHz e 2,6 GHz saranno quelle utilizzate a livello globale per le stazioni base volanti. Secondo quanto riportato da Nikkei Asia, la banda 700-900 megahertz (MHz), utilizzata per migliorare i servizi di telefonia mobile in Europa, nelle Americhe, in Africa e in alcune regioni dell’Asia, è stata approvata per l’uso con le stazioni base volanti.

Airbus “Zephyr” HAPS aircraft

Piccoli passi verso la diffusione globale del 5G

Stando a quanto riportato da interestingengineering, il gruppo di telecomunicazioni Softbank ha già dimostrato la tecnologia facilitando una chiamata 5G tra il Ruanda e il Giappone nell’ottobre di quest’anno e sta collaborando con il governo ruandese per implementare la tecnologia nel Paese. La giapponese NTT, ha collaborato con l’emittente satellitare Sky Perfect JSAT per offrire un servizio basato su HAPS a partire da aprile 2025. Nello specifico, questa collaborazione prevede l’utilizzo dell’Airbus Zephyr, il principale sistema aereo senza pilota (UAS) stratosferico a energia solare, e delle reti di comunicazione wireless di NTT e Sky Perfect per testare la connettività HAPS, identificare le applicazioni pratiche, sviluppare le tecnologie necessarie e, infine, lanciare servizi a banda larga wireless nello spazio. La dimostrazione della tecnologia dovrebbe avvenire in occasione dell’Esposizione Universale 2025 che si terrà a Osaka.

Emiliano Ragoni