Legal Transizione ecologica in Italia: serve una legge per il clima Alessandro As... 18 December 2023 Agenda 2030 Lo dice l’ASviS, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile: ok gli investimenti, purché accompagnati da una legge per il clima. Una legge per il clima la chiave a favore della decarbonizzazione Secondo l’ASviS, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, il governo Meloni può calare il tris per la transizione ecologica in Italia. Uno: approvare una legge per il clima, in modo da definire chiari piani di azione verso la decarbonizzazione dei diversi settori produttivi. Due: dare il via al più presto al Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), finanziandone adeguatamente l’attuazione. Tre: rivedere in profondità la bozza del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec), presentato nel luglio scorso alla Commissione europea, per renderlo coerente con gli obiettivi europei al 2030. Da questo punto di vista, c’è l’impegno assunto dall’esecutivo nell’àmbito della revisione del Pnrr: procedere entro il 2026 alla revisione dei Sussidi dannosi per l’ambiente (Sad). Che valgono circa 30 miliardi di euro all’anno. Situazione ambientale in Italia Il rapporto ASviS illustra una situazione ambientale allarmante: in Italia la temperatura media è aumentata di 2 gradi rispetto al periodo preindustriale. Mentre nel resto del pianeta il riscaldamento medio è pari a 1,2 gradi. Ogni anno si registrano 52 mila morti premature per malattie legate all’inquinamento. L’impermeabilizzazione del suolo da copertura artificiale nel 2021 ha raggiunto il 7% della superficie nazionale. E gli incendi boschivi minacciano il 18% della copertura naturale del Paese. Inoltre, la dispersione media delle reti idriche si attesta al 42%. Quasi il 30% delle famiglie non si fida di bere l’acqua del rubinetto. Infine, solo il 43% delle acque superficiali interne (fiumi e laghi) si trovano in uno stato ecologico valutato come “buono” o “superiore”. Senza contare che unicamente il 6,9% delle aree marine è sottoposto a qualche forma di protezione, a fronte dell’impegno europeo di raggiungere il 30% entro il 2030. Sentiamo il direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini: grazie alla decisione di contribuire con 100 milioni di euro al fondo Loss and Damage annunciata alla Cop28, il governo italiano ha riconosciuto la responsabilità storica dei Paesi sviluppati nell’aver provocato la crisi climatica. Indipendentemente da quanto oggi essi contribuiscono alle emissioni. Vanno intensificati e accelerati gli impegni verso la transizione ecologica del nostro sistema economico, anche per ridurre i danni che l’aumento delle temperature italiane provoca nel nostro Paese e abbattere drasticamente le decine di migliaia di morti premature all’anno causate dall’inquinamento, dice Giovannini. Target, neutralità climatica per il 2050 La legge per il clima italiana dovrebbe sancire l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050, come deciso a livello di Unione europea, fissando un budget totale di carbonio. E stabilire una governance istituzionale efficace, definendo in modo coerente i ruoli del governo, del Parlamento e delle Regioni, alla luce dell’attuale assetto costituzionale. Utile istituire un Consiglio scientifico per il clima, che con il supporto tecnico delle agenzie esistenti assista i decisori pubblici nella predisposizione degli interventi e monitori i risultati via via ottenuti. Alessandro Ascione