Smart Road Guida autonoma, fidarsi della IA sarà determinante Paolo Odinzoff 16 December 2023 Automotive I veicoli autonomi (AV), sembrano per adesso ancora lontani dal diventare una realtà consolidata sulle strade. Alcuni ricercatori ritengono tuttavia che entro il 2050 il mercato globale delle auto senza pilota raggiungerà circa 400 miliardi di dollari e che lungo le autostrade gran parte dei mezzi viaggeranno per quella data sotto la supervisione di una intelligenza artificiale (IA) e di sistemi in grado di governare la guida senza bisogno dell’intervento umano. Questo, lasciando da parte la comprovata esigenza di redigere un quadro legislativo che dia una svolta al settore definendo con certezza le responsabilità in caso di incidente, pone però diversi interrogativi. Primo fra tutti quanto e come le persone sono psicologicamente preparate ad un simile cambiamento nella mobilità. E ciò considerando anche che i veicoli si dividono secondo la classificazione della Sae (Society of Automotive Engineers) in 6 categorie a seconda del tipo di automazione. Ovvero Livello 0 (nessuna automazione), Livello 1 (guida assistita), Livello 2 (automazione parziale”), Livello 3 (automazione condizionale), Livello 4 (automazione elevata) e Livello 5 (completa automazione, quello in cui la tecnologia può sostituirsi completamente al all’uomo). Lo studio Le scuole di pensiero in materia sono diverse e se alcuni ricercatori ritengono che gli AV promettono di rendere la guida meno stancante, più conveniente e più sicura, altri ipotizzano invece diverse barriere psicologiche che potrebbero influenzare in modo negativo la scelta di utilizzarli. Un recente studio “The Psychological Effects of Self-Driving Cars”, pubblicato sulla National Library of Medicine ha approfondito l’argomento e suggerisce che esistono quattro questioni determinanti da prendere in considerazione. La fiducia La prima riguarda la fiducia, le persone al momento hanno maggiori probabilità di sentirsi al sicuro in un’auto condotta da un essere umano, piuttosto che viaggiare dentro un veicolo autonomo. Man mano che ci si abituerà all’intelligenza artificiale integrandola sempre più nella vita quotidiana, l’accettazione di questa come parte dell’esperienza di guida probabilmente aumenterà. Il senso di padronanza C’è poi il senso di padronanza, coloro che nella guida vogliono avere la massima libertà di decisone potrebbero non essere inclini a relegare il pieno controllo di questa un sistema automatizzato, anche se reputato tecnicamente sicuro ed efficiente, scegliendo magari di conseguenza più favorevolmente dei veicoli di Livello 3 o 4. Inoltre, secondo gli esperti, lasciando in tutto e per tutto la gestione di un’auto o altri mezzi alla IA le persone perderanno le abilità cognitive di coordinazione e spaziali che vengono con la guida. Lo dimostra quanto già accaduto con la crescente dipendenza dai sistemi GPS per la navigazione che ha portato a una minore memoria spaziale e meno capacità di navigare in modo indipendente. La percezione dell’utilità e il piacere Anche la percezione dell’utilità e di una maggiore produttività legata all’impiego degli AV sarà determinante. Chi pensa che i veicoli autonomi possano servire a migliorare la vita, come anche a sfruttare il tempo nel traffico per dedicarsi ad altre cose piuttosto che alla guida, sarà più favorevole a sceglierli. Infine c’è il piacere, coloro che provano gioia nella guida hanno meno probabilità di passare agli AV. Gli amanti delle novità che invece vedono l’esperienza di viaggiare in un mezzo autonomo come qualcosa di diverso e divertente saranno al contrario molto probabilmente i primi ad adottarli. Paolo Odinzov