Mercato libero: consumatori lasciati soli da Mase e Arera

Mercato libero: consumatori lasciati soli da Mase e Arera

Nel salto storico al mercato libero da quello tutelato, italiani disorientati in assenza di linee guida ufficiali.

Mercato libero, cercasi presa di posizione ufficiale

Un mercato in cui i prezzi dei beni e dei servizi sono raggiunti dopo interazione di venditori e acquirenti: scolasticamente, ecco cos’è il mercato libero. Pertanto, grazie alla libera concorrenza fra aziende che offrono il prodotto, il prezzo scende, a beneficio del consumatore. Questa la teoria. Che vale se il bene o il servizio è semplice: per esempio, se la società Tizia vende un kg di mele a 10 euro, e la società Caia vende un kg di mele a 9 euro, i consumatori si orienteranno verso Caia, a parità di qualità del bene. Al che, Tizia sarà costretta a proporre un prezzo inferiore, coinvolgendo anche le altre 100 società a una corsa del listino verso il basso. Ma le cose cambiano per un servizio straordinariamente delicato e complesso come il gas e l’elettricità, dove il mercato libero soppianterà il mercato tutelato in Italia il 1° gennaio 2024 per il gas e il 10 gennaio per la luce (legge 124/2017).

Con la fine del mercato tutelato dell’energia e il passaggio a quello libero, ogni famiglia nel tempo gradualmente potrà stipulare una nuova offerta luce e gas con un fornitore privato. Il fatto è che le tariffe saranno piene di voci, con l’asterisco, la clausola, il limite orario, l’addizionale notturna moltiplicate per tre nei weekend dei mesi pari. Perché è pieno diritto delle utility essere creative. Piani tariffari che farebbero perdere la testa a un computer, non omogenei e pertanto non confrontabili in maniera semplice e diretta. Come uscirne? Servirebbe l’aiuto di organi ufficiali. Nel nostro caso, Mase e Arera. Vediamo chi sono e cos’hanno fatto.

Parola al Mase

Il Mase è il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Ha appena approvato il piano annuale di comunicazione con proclami condivisibili: “la salvaguardia del territorio e delle risorse idriche; l’inserimento esplicito della tutela ambientale nella nostra Costituzione; il ministero deve apparire come un interlocutore del cittadino che sia facile da raggiungere e da cui è facile ricevere risposte alle domande poste; ruolo di interlocutore privilegiato dei movimenti, soprattutto giovanili; transizione”. Sono decine di pagine sui cui chiunque sarebbe d’accordo. Peccato che non ci sia neppure mezza riga a beneficio del consumatore in tema di libero mercato.

Parola all’Arera

Un minimo differente la situazione per l’Arera: l’Autorità di regolazione per energia reti ambiente. Un suo rappresentante è intervenuto in Parlamento: 1) un’eventuale campagna informativa che metta al corrente della cosa il consumatore non c’è; 2) comunque, quand’anche esistesse, una campagna informativa sarebbe dannosa; 3) perché? Perché favorirebbe i pirati del marketing aggressivo.

In sostanza, i furbetti che bombardano di telefonate gli italiani coi call center più o meno leciti diventerebbero rapaci. Seminando lo scompiglio.

È reale il rischio paventato dall’Arera? Sì. Il marketing aggressivo, che usa gli artigli specie contro i più deboli, potrebbe diventare sistematico decuplicando le forze. Pur tuttavia, a qualsiasi azione corrisponde un rischio, che bisogna correre. E se non è l’Arera a provare a fare chiarezza nel mercato libero, non può farcela nessuno.

Risultato triste

L’italiano medio (lo dicono recenti sondaggi attendibili) neppure sa che c’è il passaggio dal mercato tutelato a quello libero; e comunque, chi ne è consapevole non può essere in grado di individuare la tariffa migliore. Nel web abbondano i titoli di questo tipo: “Conviene restare con lo stesso gestore?”. Come dire: prima, col mercato tutelato, avevo quel gestore; adesso, col mercato libero me lo tengo. E allora qualcuno dovrebbe spiegare a cosa sia mai servito introdurre il mercato libero. Per adesso, questo passaggio non è epocale né rivoluzionario, ma addirittura un salto nel buio: nessuno ci ha capito niente.

Cosa dice la legge 124

In realtà, il legislatore era stato previdente. La legge 124/2017 prevede una campagna informativa istituzionale prima della fine delle tutele.

E se nessuno cambiasse gestore? Comunque, se a gennaio 2024 i 5 milioni di clienti elettrici non vulnerabili non sceglieranno un’offerta, verranno assegnati per tre anni a fornitori alternativi in 26 pacchetti territoriali. Con aste al ribasso. In cui a vincere sarà chi accetterà di servirli al prezzo inferiore. Un regime formalmente di mercato libero, però la “base d’asta” saranno le attuali condizioni di tutela: un mix anomalo.

Alessandro Ascione