Esg Mercato libero: consumatori lasciati soli da Mase e Arera Alessandro As... 04 December 2023 Energia Nel salto storico al mercato libero da quello tutelato, italiani disorientati in assenza di linee guida ufficiali. Mercato libero, cercasi presa di posizione ufficiale Un mercato in cui i prezzi dei beni e dei servizi sono raggiunti dopo interazione di venditori e acquirenti: scolasticamente, ecco cos’è il mercato libero. Pertanto, grazie alla libera concorrenza fra aziende che offrono il prodotto, il prezzo scende, a beneficio del consumatore. Questa la teoria. Che vale se il bene o il servizio è semplice: per esempio, se la società Tizia vende un kg di mele a 10 euro, e la società Caia vende un kg di mele a 9 euro, i consumatori si orienteranno verso Caia, a parità di qualità del bene. Al che, Tizia sarà costretta a proporre un prezzo inferiore, coinvolgendo anche le altre 100 società a una corsa del listino verso il basso. Ma le cose cambiano per un servizio straordinariamente delicato e complesso come il gas e l’elettricità, dove il mercato libero soppianterà il mercato tutelato in Italia il 1° gennaio 2024 per il gas e il 10 gennaio per la luce (legge 124/2017). Con la fine del mercato tutelato dell’energia e il passaggio a quello libero, ogni famiglia nel tempo gradualmente potrà stipulare una nuova offerta luce e gas con un fornitore privato. Il fatto è che le tariffe saranno piene di voci, con l’asterisco, la clausola, il limite orario, l’addizionale notturna moltiplicate per tre nei weekend dei mesi pari. Perché è pieno diritto delle utility essere creative. Piani tariffari che farebbero perdere la testa a un computer, non omogenei e pertanto non confrontabili in maniera semplice e diretta. Come uscirne? Servirebbe l’aiuto di organi ufficiali. Nel nostro caso, Mase e Arera. Vediamo chi sono e cos’hanno fatto. Parola al Mase Il Mase è il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Ha appena approvato il piano annuale di comunicazione con proclami condivisibili: “la salvaguardia del territorio e delle risorse idriche; l’inserimento esplicito della tutela ambientale nella nostra Costituzione; il ministero deve apparire come un interlocutore del cittadino che sia facile da raggiungere e da cui è facile ricevere risposte alle domande poste; ruolo di interlocutore privilegiato dei movimenti, soprattutto giovanili; transizione”. Sono decine di pagine sui cui chiunque sarebbe d’accordo. Peccato che non ci sia neppure mezza riga a beneficio del consumatore in tema di libero mercato. Parola all’Arera Un minimo differente la situazione per l’Arera: l’Autorità di regolazione per energia reti ambiente. Un suo rappresentante è intervenuto in Parlamento: 1) un’eventuale campagna informativa che metta al corrente della cosa il consumatore non c’è; 2) comunque, quand’anche esistesse, una campagna informativa sarebbe dannosa; 3) perché? Perché favorirebbe i pirati del marketing aggressivo. In sostanza, i furbetti che bombardano di telefonate gli italiani coi call center più o meno leciti diventerebbero rapaci. Seminando lo scompiglio. È reale il rischio paventato dall’Arera? Sì. Il marketing aggressivo, che usa gli artigli specie contro i più deboli, potrebbe diventare sistematico decuplicando le forze. Pur tuttavia, a qualsiasi azione corrisponde un rischio, che bisogna correre. E se non è l’Arera a provare a fare chiarezza nel mercato libero, non può farcela nessuno. Risultato triste L’italiano medio (lo dicono recenti sondaggi attendibili) neppure sa che c’è il passaggio dal mercato tutelato a quello libero; e comunque, chi ne è consapevole non può essere in grado di individuare la tariffa migliore. Nel web abbondano i titoli di questo tipo: “Conviene restare con lo stesso gestore?”. Come dire: prima, col mercato tutelato, avevo quel gestore; adesso, col mercato libero me lo tengo. E allora qualcuno dovrebbe spiegare a cosa sia mai servito introdurre il mercato libero. Per adesso, questo passaggio non è epocale né rivoluzionario, ma addirittura un salto nel buio: nessuno ci ha capito niente. Cosa dice la legge 124 In realtà, il legislatore era stato previdente. La legge 124/2017 prevede una campagna informativa istituzionale prima della fine delle tutele. E se nessuno cambiasse gestore? Comunque, se a gennaio 2024 i 5 milioni di clienti elettrici non vulnerabili non sceglieranno un’offerta, verranno assegnati per tre anni a fornitori alternativi in 26 pacchetti territoriali. Con aste al ribasso. In cui a vincere sarà chi accetterà di servirli al prezzo inferiore. Un regime formalmente di mercato libero, però la “base d’asta” saranno le attuali condizioni di tutela: un mix anomalo. Alessandro Ascione