Qualità della vita: la classifica delle città italiane dove si vive meglio

Qualità della vita: la classifica delle città italiane dove si vive meglio

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La classifica sulla Qualità della vita vede in testa Bolzano e Milano. Fanalino di coda Crotone

Quali sono le città italiane dove si vive meglio? Non è mai facile rispondere in maniera esaustiva a questa domanda poiché prevede la contemplazione di diversi parametri, non sempre facilmente misurabili. Adattando la definizione di Qualità al contesto urbano, come la capacità di un prodotto o di un servizio di rispondere alle esigenze implicite ed esplicite di un cittadino, l’indagine  elaborata da ItaliaOggi – Ital Communications, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, risponde a questa domanda. Il risultato in uscita dal report è una classifica che prende in analisi 107 città italiane.

I risultati

Secondo la ricerca, giunta alla 25esima edizione, le prime tre posizioni sono occupate da Bolzano, Milano e Bologna. La provincia di Bolzano, stabilmente nelle primissime posizioni per quanto concerne la qualità, si piazza al primo posto, migliorando il secondo piazzamento dello scorso anno. Alle sue spalle due città metropolitane, che però hanno una natura completamente diversa tra loro: Milano e Bologna. Entrambe migliorano il risultato del 2022, quando erano rispettivamente quinta e terza. Fanalino di coda Crotone, che si colloca al 107esimo posto. Non se la passano tanto meglio nemmeno Messina e Caltanissetta, le due città siciliane si collocano rispettivamente al terzultimo e al penultimo posto.

La classifica delle città italiane dove si vive meglio (Fonte: Italia Oggi)

Un’Italia divisa in due

Il report congiunto Ital Communications-Università La Sapienza, vede ancora una volta un’Italia divisa in due, con il nord che risulta in posizioni decisamente migliore rispetto al sud. Complessivamente, nel 2023 la qualità della vita in Italia è risultata buona/accettabile in 63 province su 107, registrando un risultato in linea con gli ultimi due anni. Le province dove si vive meglio sono ubicate nell’arco alpino, centrale e orientale, nella pianura padana e nell’appennino tosco-emiliano, oltre alla Toscana, all’Umbria e alle Marche. Ottimo passo in avanti per Roma, che passa dal 53esimo al 33esimo posto.

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Milano si colloca al secondo posto nella classifica generale ma all’ultimo in quella sulla sicurezza

Come funziona l’indagine

Il lavoro di ricerca ha preso in considerazione 107 province di cui sono stati analizzati nove diversi parametri (affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, popolazione, reati e sicurezza, reddito e ricchezza, sicurezza sociale, sistema salute, tempo libero e turismo), 14 sottoparametri e diversi indicatori di base (92). Per ottenere una fotografia più precisa delle diverse specificità provinciali, le 107 province italiane sono state classificate in 5 cluster: Mediterraneo, Francigena, Adriatico, Padania, Metropoli.

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E la sicurezza?

La sicurezza ha una grossa influenza sulla qualità della vita. Tuttavia, analizzando la dimensione reati e sicurezza, nelle posizioni apicali si collocano anche province dell’Italia centrale. Nel 2023 la città più sicura è risulta essere Ascoli Piceno, (Marche), che precede Pordenone e Frosinone. Mentre Milano, che in classifica generale è al primo posto, in questa speciale graduatoria risulta fanalino di coda. La situazione della sicurezza in Italia è comunque buona e con risultati in linea con gli ultimi cinque anni. Nel 2023 le province in cui il contesto sicurezza è risultato buono o accettabile ammontano a 60. Tra di esse 28 occupano la posizione di testa: 7 province del nord ovest, 4 lombarde (Lodi, Sondrio, Como e Cremona), 5 del nord est, 6 province dell’Italia centrale, e 10 dell’Itali meridionale e insulare. La graduatoria è stata stilata prendendo in considerazione, tra gli altri, reati contro la persona, i reati contro il patrimonio, gli omicidi volontari, gli omicidi colposi e preterintenzionali, tentati omicidi, lesioni dolose e percosse, violenze sessuali, sequestri di persona, reati connessi al traffico di stupefacenti (per 100mila abitanti), scippi, furti d’auto.

Emiliano Ragoni