Bologna e la sua digital twin city

Bologna e la sua digital twin city

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Bologna avrà un gemello digitale. I vantaggi dell’avere un clone sono desumibili dal report elaborato dal World Economic Forum, tendenzialmente utile per uno sviluppo urbano mirato e sostenibile, ma non solo.

Obiettivi

Il Comune di Bologna avrà un gemello digitale. L’obiettivo è il riuscire a sperimentare risorse utile per fare fronte a cambiamenti climatici, contrastare le diseguaglianze sociale ed economiche, aiutare al garantire un sempre più auspicato potenziamento della sanità territoriale.

Infine, sempre nell’ottica che l’innovazione digitale possa apportare dei cambiamenti positivi, a tutti i livelli, potrebbe anche rappresentare l’attuazione di nuove forme di partecipazione per la cittadinanza.

Il miglioramento della qualità della vita è sicuramente l’ideale sintesi di un progetto di questo tipo

La città potrebbe essere definita, infatti, come un vero e proprio ecosistema di dati e informazioni.  Gli stessi sono georeferenziati e rappresentano l’ideale crogiolo di layer a più livelli. Un gemello digitale potrebbe quindi permettere una simulazione concreta di modifiche alla circolazione stradale, spaziando dall’interruzione di una certa arteria viaria, all’applicazione di nuove lanterne semaforiche, percorsi smart con illuminazione integrata e sensori diffusi. 

Le informazioni desumibili potrebbero anche rappresentare dei case study per la sicurezza urbana. Si pensi, per esempio, all’organizzazione dei servizi a supporto di una manifestazione pubblica, di qualsiasi tipologia essa possa essere (comizio politico, concerto, sit-in che ostacola la viabilità) grazie alle disponibilità offerte da una piattaforma “virtualizzata”. 

Ovviamente gli indicatori, che potrebbero essere ideali volani, per l’amministrazione cittadina, possono spaziare dagli obiettivi europei sulla salubrità dell’aria a quello ONU, per uno sviluppo sostenibile.

 

gemello digitale

 

Il progetto

In Italia si tratterebbe di un vero e proprio progetto pilota, almeno con queste aspettative. In effetti, a livello nazionale, questo piano di sviluppo, viene così considerato dal centro nazionale HPC Big Data e Quantum Computing. Per contesti differenti, rispetto a un centro abitato nazionale, è possibile ricordare progettualità in essere per la manutenzione e la sicurezza delle linee ferroviarie, tra gli altri, cui si aggiungono diversi studi e analisi.

Il Centro Nazionale Big Data e Quantum Computing, gestito dalla Fondazione ISC, nasce grazie ai fondi PNRR, unitamente ad altre realtà per la ricerca. L’investimento iniziale, per questo progetto, è di 7 milioni di euro.

I fondi hanno provenienza europea, attingendo al PonMetro.  

Il programma operativo nazionale unitario di interventi per lo sviluppo urbano sostenibile è alimentato con i fondi per lo Sviluppo Regionale e da quello Sociale. A quanto appena tratteggiato si aggiungano le risorse messe a disposizione per il “progetto officine della conoscenza”. Infine, si considerino anche quelle occorrenti al potenziamento dell’infrastruttura digitale del Comune stesso.

L’attuazione della progettualità sarà curata da un consorzio pubblico avente una composizione molto variegata, tra competenze tecniche e stakeholder istituzionali, in particolare:

Alle figure appena descritte è possibile aggiungere la partnership esistente con la città di Barcellona. Infine, si aggiungano, in rete, altre città europee, anch’esse al lavoro sui “Gemelli Digitali Urbani”.

Silvestro Marascio