Adas anti incidenti stradali: vantaggi e criticità

Adas anti incidenti stradali: vantaggi e criticità

Gli Advanced Driver Assistance Systems, ossia gli Adas, sistemi avanzati di assistenza alla guida, protagonisti della sicurezza delle strade intelligenti e delle smart cities.

Gli Adas per puntare a zero vittime stradali

Proprio per cercare di raggiungere l’obiettivo (ambizioso) delle zero vittime stradali, l’Unione europea spinge sempre più a favore della tecnologia. Spesso imponendo che i Gruppi automobilistici producano vetture con determinati Adas, il tutto in parallelo all’obbligo di sfornare solo macchine elettriche nel 2035. Pertanto, veicoli a batteria e ultra sicuri. Parliamo specie di prevenzione di incidenti, non di limitazione delle conseguenze degli stessi, grazie a sensori che lavorano col software di bordo per monitorare la guida, allertare il conducente e intervenire in caso di emergenza.

Fra gli innumerevoli Adas, il cruise control adattivo (ACC): regola la velocità durante la marcia, leggendo il traffico, mantenendo la distanza di sicurezza dai mezzi davanti. Così che il guidatore abbia tempo e spazi necessari per rallentare senza tamponare. A questo proposito, ecco la frenata automatica di emergenza (AEB): dispositivo che evita la collisione contro veicoli, ma soprattutto contro gli utenti deboli, cioè pedoni e ciclisti.

Siccome il colpo di sonno è una piaga nel mondo a livello di incidenti, di notevole ausilio il rilevatore della stanchezza del conducente: tramite sensori e telecamere interne, l’auto monitora il livello di attenzione del guidatore. Se nota che il soggetto di sta appisolando, lo svegli con avvisi acustici, alert tattili e richieste specifiche. In assenza di una risposta, può scattare il controllo del veicolo da parte del computer di bordo.

Il doppio equivoco dell’Adas

Anche a causa delle campagne di marketing dei Gruppi automobilistici, che lasciano intendere talvolta come la vettura possa guidare da sé, in automatico, con un pilota artificiale, è successo che il guidatore si sia affidato troppo all’Adas. Questo nonostante il conducente sia stato avvisato dal Produttore che trattasi solo di ausili, col guidatore in carne e ossa che era ed è l’unico responsabile della sicurezza.

Un secondo punto dolente è dato dai prezzi delle auto: più investimenti delle Case in tecnologia si traducono in listini maggiorati. Per vendere di più, alcuni Costruttori piazzano sul mercato vetture con una dotazione di sicurezza scarna: secondo il modello, questa politica ha successo, specie in zone dell’Europa dove i redditi sono meno elevati.

Dispositivi sempre più sofisticati

Gli Adas consentono ai modelli di toccare il massimo dei voti nelle valutazioni Euro NCAP (cinque stelle). Di recente, la giapponese elettrica Lexus RZ ha ottenuto una pagella perfetta per via del Child Presence Detection: rilevare la presenza di persone all’interno dell’abitacolo, mediante sensori e telecamere, nonché tramite il riconoscimento della respirazione. Il target? Impedire che un genitore dimentichi il bebé sotto il Sole nell’abitacolo, con conseguenze letali: fenomeno drammatico diffuso nel mondo.

Ma gli Adas sono il primo gradino verso il futuro, la guida senza conducente. La Sae (Society of automotive engineers) ha definito cinque livelli di funzioni che i veicoli possono svolgere senza l’intervento dell’uomo. Dal primo (il guidatore delega compiti limitati a funzioni automatizzate) al secondo (automazione parziale), passando per il terzo (esclusivamente in certe condizioni di percorso e andatura, l’auto va da sé) e per il quarto (l’auto agisce autonomamente in certe condizioni ambientali, per esempio in autostrada). Sino al quinto: l’auto robot al 100%. In parallelo, le regole Ue e quelle dei singoli Stati consentono solo un basso livello di automazione: finché i test non saranno davvero probanti, il conducente continuerà a risultare la chiave della sicurezza.

E i consumatori che ne pensano? Una recente ricerca di McKinsey & Company (Hands off: Consumer perceptions of advanced driver assistance systems) basata su un sondaggio globale è arrivata a una conclusione precisa: il 51% degli acquirenti potrebbe passare in futuro a una versione di veicolo del tutto autonomo.