Banda ultra larga e connettività 2023-2026

Banda ultra larga e connettività 2023-2026

Illustrata la nuova strategia nazionale per la banda ultra larga, nel Consiglio dei Ministri del 07.08.2023. La stessa è frutto della consultazione con gli operatori di settore e del lavoro del Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale.

Contesto

La nuova Strategia per la Banda Ultra Larga (“BUL”) è un insieme organico di interventi da realizzare nell’arco di tre anni dalla data di approvazione della stessa.

Il risultato atteso: rafforzamento del settore delle telecomunicazioni italiano, con un conseguente e strutturale contributo alla crescita del PIL del Paese.

La Strategia italiana per la BUL, approvata nel 2015, ha stabilito i primi obiettivi di connettività. Almeno l’85% della popolazione con copertura ad almeno 100 Megabit/s e il 100% della  popolazione con copertura ad almeno 30 Megabit/s. La Strategia ha individuato, come elemento chiave, il “Grande Progetto BUL – Piano Aree Bianche”. Questo è finalizzato a portare connettività in tutte le cosiddette “aree a fallimento di mercato”.  La stessa è stata poi rivisitata nel 2021, per allinearla agli obiettivi europei e, in particolare, assicurare entro il 2030 a tutte le famiglie e imprese una connettività ad almeno un Gigabit/s, nonché garantire una copertura 5G a tutte le zone abitate.

La Strategia del 2021, nell’anticipare l’obiettivo di copertura a 1 Gigabit/s al 2026 ha, nello specifico, da un lato, individuato la necessità di completare i due piani pubblici in corso, ovverosia il Piano “Aree Bianche” del 2016 e il Piano “Voucher Connettività” del 2020; dall’altro, introdotto 5 piani di intervento previsti nell’ambito del PNRR. Questi ultimi erano stati presentati alla Commissione europea il 30 aprile 2021 e definitivamente approvati il 13 luglio 2021 con Decisione di esecuzione del Consiglio dell’Unione europea.

Banda ultra larga e connettività

Obiettivi

Qui si apre un focus d’interesse per il miglioramento complessivo degli asset del paese. Infatti, la pubblica amministrazione italiana investe sempre più in tecnologie ICT, al punto che, nel 2022, sono stati oltre i 7 mld di euro destinati allo scopo, con un incremento del 5,8% rispetto all’anno precedente.

Dato, quest’ultimo, probabilmente destinato a crescere nel prossimo triennio, anche grazie ai fondi del PNRR, con ambiti principali di investimento la cybersecurity, la migrazione verso il cloud, l’evoluzione dei servizi online a cittadini e imprese e sviluppo di un’identità digitale nazionale unica.

Di contro, a completamento di quanto sopra, il BUL si propone di rilanciare il settore delle telecomunicazioni; completare i piani pubblici in corso e definire la loro evoluzione; favorire la diffusione di reti di nuova generazione e servizi innovativi 5G.

Per lo sviluppo della particolare progettualità, oltre alle risorse attingibili dal PNRR, vi sono il Piano Nazionale Complementare (PNC), programmi specifici finanziati dall’Unione europea. Si pensi ai fondi strutturali e i fondi di sviluppo e coesione, le risorse inerenti alla transizione green e alla sostenibilità ambientale, nonché quelle relative al potenziamento delle reti transeuropee.

Interessante: si legge nel report presentato in CdM, “al fine di accelerare la transizione digitale delle sedi comunali più piccole, sfruttando anche gli investimenti in corso, si prevede di garantire gratuitamente servizi di connettività ad almeno 1 Gigabit/s, oltre ad assistenza tecnica e servizi di manutenzione per 5 anni a 3.000 Comuni. Sulla base degli interventi “Scuola connessa” e “Sanità connessa”, si stima che quindi massimo fino al 2028, includendo anche i servizi di manutenzione e di assistenza tecnica. La fase 2 integra e complementa quanto iniziato nella precedente ed è dedicata alla connessione dei rimanenti 10 mila istituti scolastici entro giugno 2026 sempre con connessioni gratuite a 1 Gigabit/s. In questo caso il canone di connettività sarà garantito per almeno sei anni. 19 il costo medio per edificio ammonti a circa 15.000 euro. Pertanto, la misura prevede un finanziamento pari a 45 milioni di euro”.

Si aggiunga il “piano collegamento isole minori”,  per il tramite della posa di cavi ottici sottomarini, e adeguamento della connettività del sistema sanitario territoriale, unitamente a quello di pubblica sicurezza, a 10 Gigabit/s.

Sul versante della connettività mobile si evidenzia il progetto di realizzazione di reti 5G di proprietà pubblica (a rischio fino a pochi mesi or sono) anche grazie all’esposizione della manifestazione di “Milano – Cortina 2026”.

Gli interventi, in senso generale, non avranno “solo” l’obiettivo di potenziare l’infrastruttura, intendendo il restyling o la nascita di nuove piattaforme, ma – in modo trasversale a più ambiti – si occuperanno anche di ridondanza, formazione del personale (re-skilling e upskilling), costituzione di fondo capitali di rischio per start-up e PMI innovative del settore Telco.

Silvestro Marascio