In arrivo l'IT Wallet: il portafoglio digitale basato su CIE e SPID

In arrivo l’IT Wallet: il portafoglio digitale basato su CIE e SPID

L’Italia si prepara ad accogliere l’IT Wallet, un portafoglio digitale che dovrebbe agevolare e snellire la gestione della documentazione personale. Il progetto, che prevede il lancio effettivo entro il 2024, poggerà sui due principali sistemi di identità digitale italiani: la CIE e lo SPID.

Cos’è l’IT Wallet 

Il 6 luglio 2023 ha segnato una possibile svolta nell’ambito dell’innovazione legata ai servizi delle Pubbliche Amministrazioni.

All’interno della riunione del Comitato interministeriale per la transizione digitale presieduta da Alessio Butti (sottosegretario con delega all’innovazione tecnologica), si sono, infatti, gettate le basi per introdurre nel nostro ordinamento il cosiddetto IT Wallet. Si tratta di uno spazio virtuale al cui interno possono essere conservati in maniera sicura, utilizzati e all’occorrenza esibiti i principali documenti di identità di una persona.

Italia al primo posto nell’innovazione

Il cronoprogramma approvato all’interno della riunione del Comitato prevede già a fine luglio il varo della norma che ne segnerà la nascita, seguita dai decreti attuativi previsti in ottobre. Dopo una fase di testing, il rilascio della versione pubblica è in programma entro il 2024, cioè molto prima dell’EUDI (European Digital Identity Wallet), che il legislatore europeo mira a rendere disponibile nel 2026.

Dopo la firma digitale e il servizio di posta elettronica certificata, dunque, il nostro Paese continua a muoversi fra i primi per la digitalizzazione a livello europeo.

IT Wallet e App IO

Tra circa un anno, quindi, il portafoglio digitale italiano, che rispetterà già i requisiti previsti dalla normativa europea, consentirà ai propri utenti di conservare e gestire tramite un semplice smartphone tutti i documenti importanti. Tra essi si annoverano tessera sanitaria, tessera elettorale e Carta della disabilità, mentre la carta d’identità elettronica, essendo uno strumento di accesso al wallet stesso, non sarà all’interno. Saranno poi, in una seconda fase, disponibili anche la patente di guida e ulteriori documenti e attributi digitali, forniti anche da istituti privati, con cui l’utente è (ad esempio) in rapporti di natura sanitaria o bancaria.

Questo contenitore virtuale della documentazione personale sarà integrato all’app IO e contribuirà a facilitare e velocizzare le interazioni con le pubbliche amministrazioni in Italia e in Europa, grazie al nodo eIDAS italiano. Quest’ultimo permette infatti di accedere anche ai servizi online di altri Paesi dell’Unione Europea, come i servizi universitari, bancari o quelli delle pubbliche amministrazioni.

Il tema sicurezza

La conservazione e la gestione degli importanti documenti contenuti nell’IT Wallet ha, inoltre, imposto una serie riflessioni relative alla sicurezza del trattamento.

Per limitare gli impatti di eventuali attacchi informatici e rendere più sicura la gestione del portafoglio digitale, si è pensato di sfruttare le maggiori funzionalità di sicurezza garantite dalla CIE (Carta di Identità Elettronica) rispetto allo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale).

La natura completamente digitale dello SPID permette solo in determinati casi, come ad esempio l’acquisto di un token specifico, di raggiungere il Loa (Level of Assurance) 3. Quest’ultimo è invece, grazie al chip integrato al suo interno, sempre disponibile per la CIE, e necessita soltanto di uno smartphone con NFC (Near Field Communication) per essere abilitato.

Niente paura però: il portafoglio digitale permetterà comunque l’autenticazione e la gestione delle operazioni più comuni anche ai sistemi LoA (Level of Assurance) 2, ovvero il livello di sicurezza che richiede, oltre a nome e password, un codice di accesso temporaneo (OTP) per autenticarsi.

Siamo pronti per abbandonare lo SPID?

Saranno dunque utilizzabili entrambi gli schemi di autenticazione per accedere ai servizi più comuni del portafoglio digitale per due ordini di motivi.

In primo luogo, non devono cadere nel dimenticatoio gli investimenti che le aziende hanno dovuto affrontare per progettare servizi fondati sugli schemi di identificazione SPID.

Sembra infatti improbabile che lo Stato, nonostante stia provando a tracciare un solco in favore dell’utilizzo della Carta d’identità elettronica, abbandoni le imprese che negli anni hanno investito risorse, tempo e tecnologie per permettere agli utenti di poter usufruire dei servizi digitali.

Anche a livello europeo si stanno affrontando su questo aspetto problematiche analoghe. Sono stati selezionati consorzi internazionali, come il Consorzio Potential, per lavorare all’intesa tra istituzioni e soggetti privati sui progetti pilota per lo studio del portafoglio europeo, aventi come obiettivo la creazione di un modello di business sostenibile che soddisfi i governi, le aziende e gli utenti.

Gli stessi tavoli di discussione saranno necessari per l’introduzione del portafoglio digitale italiano, per lo sviluppo di servizi efficaci e sicuri e il superamento di barriere normative e tecniche.

In secondo luogo, poi, il Sistema pubblico di identificazione digitale ha contribuito alla digitalizzazione del paese (soprattutto nel periodo dell’emergenza pandemica) e si è imposto anche per maggiore semplicità di utilizzo.

È un dato di fatto che, nonostante il numero di CIE sia superiore a quello di utenze SPID, gli utenti che effettivamente ne fanno uso per autenticarsi sulle varie piattaforme digitali sono al momento circa un milione, contro i 30 di SPID.

Conclusioni

La collaborazione tra i soggetti coinvolti, i dati raccolti con le precedenti esperienze, la volontà e le risorse disponibili a favore dello sviluppo della digitalizzazione potrebbero fare dell’IT Wallet uno strumento prezioso per fornitori privati di servizi e per gli utenti. Essi potranno infatti gestire la loro documentazione in maniera sempre più aggiornata, disponibile e certificata: il tutto nel quadro di un rapporto sempre più snello e dinamico con le pubbliche amministrazioni.

Nicola Manzi