Fondi PNRR ed edifici: la messa in sicurezza e la sostenibilità

Fondi PNRR ed edifici: la messa in sicurezza e la sostenibilità

Oltre 1.900 sono le opere pubbliche ammesse al finanziamento per la messa in sicurezza degli edifici e dei territori, come da Decreto Interdipartimentale, Interno ed Economia e Finanze del 19.05.2023, circa l’impiego di fondi PNRR.

Goals

I progetti approvati fanno riferimento alla Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica“.

La missione, a sua volta, è strutturata su 4 cardini:

I progetti prevedono la manutenzione di ponti e viadotti, la manutenzione straordinaria di strade e la messa in sicurezza di tratti di viabilità ed edifici.

I dati – in linea generale – circa la progressione dei lavori, possono essere seguiti direttamente sui siti web degli Enti Locali coinvolti.

Ovviamente appare d’interesse rimandare, anche come ideale canovaccio digitale, al sito del Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali del Ministero dell’Interno.

Il Decreto

Come già accennato “l’ammontare del contributo, attribuito a ciascun ente, è stato determinato con il citato decreto del 19 maggio 2023, secondo il seguente ordine di priorità, previsto dalla normativa vigente:
 a) investimenti di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico;
 b) investimenti di messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti;
 c) investimenti di messa in sicurezza degli edifici, con precedenza per gli edifici scolastici, e di altre strutture di proprietà dell’ente.

Ovviamente gli Enti individuati debbono garantire il rispetto di obblighi trasversali. Gli stessi spaziano dal rispetto del minimo impatto ambientale (meglio: non significativo danno all’ambiente) al raggiungimento degli obiettivi fissati, trasparenza e contabilità.

A quanto scritto si aggiunga l’obbligo di comprovare il conseguimento dei target e dei milestone associati agli interventi, con la produzione e l’imputazione nel sistema informatico della documentazione probatoria pertinente con caricamento delle informazioni su piattaforma dedicata (ReGiS).

Luci e ombre

Interessante il constatare come nel PNRR sia fatta menzione in modo marginale alla rimozione dell’amianto.

Questa è la criticità riscontrata da Fabrizio Protti, presidente dello Sportello nazionale amianto, che, in alcune sue dichiarazioni, invita l’attuale esecutivo a considerare i fondi europei per poter mappare e rimuovere il particolare materiale, causa di circa 5000 morti all’anno, in Italia, quindi agevolare l’installazione del fotovoltaico.

Si fa riferimento a una cognizione marginale rispetto alla problematica, continua Protti, perché “nel PNRR si ipotizza la rimozione dell’amianto, solo in merito alla realizzazione di un parco agri solare per una copertura di 4,3 milioni di metri quadri. Tra l’altro utilizzando impropriamente la parola Eternit che è il nome commerciale del prodotto. Questo evidenzia ancor di più una scarsa conoscenza della materia”. 

Appare interessante constare come il contesto qui tratteggiato sia strettamente attinente proprio alla missione oggetto del Decreto in corso di pubblicazione.

Scuole, ospedali, acquedotti, sono le installazioni monitorate dal particolare Sportello e, nel contempo, sono i medesimi edifici oggetto della messa in sicurezza auspicata con i fondi del Next Generation EU e quindi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Concludendo, di contro, è altresi corretto richiamare l’evento del 13 giugno scorso, con la presentazione del primo rapporto sull’edilizia sostenibile, certificata, in Italia.

Dalla lettura del rapporto del Green Building Council Italia si evince che i protocolli energetico-ambientali sono necessari per garantire la realizzazione e la  rigenerazione di città realmente sostenibili.

L’iniziativa si poneva in continuità con gli ambiziosi obiettivi di contrasto al cambiamento climatico contenuti nell’Accordo di Parigi del 2015, significando che progettando, riqualificando e gestendo edifici sostenibili, misurati per le proprie prestazioni, venga permesso, oggi, di poter apprezzare riduzioni di risorse in termini di energia, emissioni, acqua, materiali, rifiuti, raggiungendo al contempo un migliore equilibrio con gli ecosistemi.

Work in progress

I mutamenti del contesto di riferimento e le criticità emerse durante l’attuazione del PNRR hanno portato a una ricognizione dei progetti ivi inclusi, al fine di individuare le modifiche e le integrazioni necessarie per conseguire traguardi e obiettivi previsti fino al 30 giugno 2026.

Il regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio che ha istituito il Dispositivo di ripresa e resilienza (regolamento RRF) sin dall’origine ha previsto e disciplinato la possibilità di revisione dei Piani.

Tale possibilità sorge ogniqualvolta, a causa di circostanze oggettive, il Piano coi relativi milestone e target non è più realizzabile, in tutto o in parte.

Nel complesso, le Amministrazioni hanno presentato proposte di modifica che riguardano 144 investimenti e riforme. Le richieste di modifica possono essere distinte in 3 categorie:

  • la prima riguarda modifiche formali relative alla descrizione delle misure e soprattutto ai meccanismi di verifica;
  • la seconda riguarda modifiche e riprogrammazioni delle misure che, a fronte di una impossibilità o forti criticità a raggiungere alcuni obiettivi e soprattutto target fisici, le Amministrazioni hanno proposto di riprogrammare a favore di interventi coerenti di natura settoriale;
  • l’ultima riguarda le misure che si propone di definanziare dal PNRR e di salvaguardare tramite la copertura con altre fonti di finanziamento, come il Piano nazionale complementare al PNRR e i fondi delle politiche di coesione, cioè 9 misure per un ammontare totale di 15,9 miliardi di euro.